1. Una moglie per bene nell’abisso della completa sottomissione (19)


    Data: 19/08/2018, Categorie: Etero Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    ... po' barcollando su quelle scarpe altissime.
    
    Mi fermai ancora una volta e rendendomi conto del baratro in cui stavo precipitando ancora una volta lo supplicai.
    
    “Ti prego, c'è troppa gente, portami via da qui fa qualcosa, mi stanno guardando tutti, mi sento una puttana, mi vergogno da morire.”
    
    RODOLFO
    
    Se Mia era come impietrita, io ero eccitato. Si era fatta trattare e aveva accettato di vestirsi come una puttana, ma ora le stavo chiedendo di uscire per strada alle sei del pomeriggio e per giunta in un angolo della città come Pigalle.
    
    Non era più di notte in un vicolo deserto e sola con me.
    
    “Andiamo, esci – dissi con un tono severo – sei una puttana, di cosa ti vergogni. Avrei dovuto farti uscire da tempo vestita in questo modo.”
    
    Non solo la incitai ad uscire ma con una carezza sul culo la spinsi verso la strada.
    
    Si girò a guardarmi fermandosi per un attimo ad implorarmi con lo sguardo. Il mio silenzio fu più eloquente di mille parole per cui cedette varcando la soglia del locale, come se stesse valicando la porta dell’inferno, un inferno fatto di vergogna e eccitazione, di ordini e di obbedienza, di perversione e piacere.
    
    “ti guardano come si guardano tutte le puttane a Pigalle, sei vestita come una di loro, adesso ti senti come una di loro?” le dissi quasi volessi farla sentire ancora di più a disagio.
    
    Si voltò ancora una volta a cercarmi, forse a cercare un ultimo, insperato aiuto. La guardai, era indecente, l’orlo della gonna a filo di calza, ...
    ... la pelle nuda abbondantemente esibita e la schiena scoperta a tal punto che ogni piccolo movimento le faceva scoprire anche il solco dei glutei.
    
    "Mi piace guardarti come una puttana – le dissi con freddezza – ma non sei più la mia puttana, sei la puttana di Jamaal e ormai mi è difficile pensare di fermarti ma sono anche sicuro che è quello che vuoi."
    
    E quasi mi vergognassi a camminarle a fianco restai qualche passo dietro di lei. Dopo qualche metro con le occhiate di tutti le sussurrai: “Ti guardano, sei indecente, impegnati di più cammina come una puttana, è quello che sei e ti piace,non è vero?”
    
    MIA
    
    Abbassai la testa, non avrei mai potuto immaginare una situazione del genere e quantomeno essere trattata in quel modo da mio marito, quasi come se fosse un estraneo che parlava con una puttana qualunque incontrata per caso. Con un nodo alla gola, continuando a guardare per terra con la testa abbassata, iniziai a camminare, ancheggiando anche perché quelle scarpe col tacco così alto non mi permettevano di fare diversamente.
    
    Sentivo gli sguardi di tutti sulle mie natiche, sulle mie gambe scoperte, li sentivo come se fossero tentacoli lunghi e turgidi falli che mi toccavano, mi accarezzavano si insinuavano come se fosse naturale, come se fosse logico.
    
    Il cuore mi batteva all’impazzata, mi sentivo sporca e troia come non mi ero mai sentita, nemmeno quando dovetti soddisfare tutti quegli uomini al glory hole e durante l’iniziazione.
    
    “Ti prego fermiamoci – chiesi ...
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