1. I papà di famiglia del paesello


    Data: 28/12/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: versatile_vr, Fonte: Annunci69

    ... I miei occhi esprimevano terrore, ma il mio cazzo esprimeva tutt'altro, di fronte a quei quattro manzi etero, maiali, infoiati e ubriachi. Qualcosa deve avere parlato al posto mio, una voce da parte della mia libido in diretto contatto con la loro. Non so che cosa abbia detto questa voce, ma qualcosa del tipo "non sono un ragazzo di 17 anni, non sono un figlio o un amico dei vostri figli. Stasera sono la vostra troia". So solo che dopo qualche istante di silenzio, che a me sembrò durare ore, mio padre si avvicinò, superando Saro e mettendosi davanti a me.
    
    "Ho sempre pensato che fossi ricchione. Secondo me non sei manco mio figlio". In quel momento non seppi come interpretare quella frase. Se fossimo stati in un romanzo di formazione, queste poche parole avrebbero rappresentato il momento rivelatore, come nei feulletton dell'Ottocento, dove in un istante si capisce il perché dell'astio di un padre verso il figlio o presunto tale. Tuttavia non ero in un romanzo di formazione, ma davanti ad un uomo di quarantotto anni che per me era, fino a prova contraria, il mio padre biologico, e che nel giro di pochi secondi, di fronte ai miei occhi, si abbassava i bermuda e tirava fuori un bestione che, ora che era completamente in tiro, eguagliava quello di Saro, che nel frattempo continuava a sussultare come un manganello agitato da un poliziotto.
    
    Fu una questione di pochi istanti. Mio padre mi schiaffeggiò col suo cazzo, come se fosse uno scudiscio, e poi con la mano mi afferrò ...
    ... il mento e mi forzò ad aprire la bocca. In un solo colpo sentii quel bestione pulsante farsi strada giù oltre le mie tonsille, forzandomi la gola. Sapeva di piscio, di sudore, di maschio. Mio padre mi mise le mani attorno alla testa e cominciò a scoparmi come se la mia bocca fosse una fica, come se stesse scopando la parrucchiera con cui tradiva mia madre. Nel frattempo mi insultava, mi diceva che ero una troia, una puttana, che mi avrebbe sfondato e mi avrebbe fatto sfondare da tutti i suoi amici.
    
    La mia faccia continuava a sbattere furiosamente contro il suo pube peloso, mentre le sue palle sbattevano contro il mio mento, le labbra erano allargate all'inverosimile e la mia gola veniva trapanata fino all'esofago. Volevo vomitare, ma i suoi colpi erano così violenti e rapidi, che ad un certo punto le tonsille avevano ceduto, arrendendosi all'assalto e dilatando l'apertura della mia gola al punto tale da accogliere quel pitone. Nel frattempo la saliva scendeva copiosa ai lati della mia bocca, colando sulle palle di mio padre, sulle sue cosce, così come sul mio collo e sul mio petto. Oramai non avevo più una bocca, ma una fica piantata sotto il mio naso.
    
    In quella posizione non potevo vedere cosa facevano gli altri tre. So solo che incoraggiavano mio padre, incitandolo a scoparmi la gola come se fossi la peggiore troia del paese. Ad un certo punto mio padre mi spinse la testa talmente tanto contro il suo pube che credetti sul serio di morire soffocato. Rimasi immobile, ...
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