1. I papà di famiglia del paesello


    Data: 28/12/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: versatile_vr, Fonte: Annunci69

    Questo racconto l'ho letto su questo sito ma non l'ho più trovato. Dopo un po di tempo l'ho ritrovato su internet.
    
    Nella metà degli anni ottanta ero un ragazzo di 17 anni, non particolarmente alto (ho preso da mia madre), ma ben proporzionato. Da un paio d'anni frequentavo una scuola di canottaggio. Lentamente il mio corpo si stava trasformando. Avevo visto spuntare dei bei muscoli lungo le braccia e attorno alle spalle. La corsa al mattino aveva ridotto la pancia che avevo messo su durante la pubertà e mi stavo modellando un bel culetto.
    
    Non mi consideravo un "bello", di quelli che si trovavano sulle riviste o in tv, ma neppure uno da buttare via: lineamenti regolari, occhi verdi (come mia madre) e capelli castani, che ho sempre preferito tenere molto corti. Non ho mai sopportato il caldo e - dove sono nato - l'estate dura molti mesi l'anno, ed è particolarmente afosa.
    
    Sin da ragazzino ho sempre tenuta ben nascosta la mia attrazione per gli uomini. Nel piccolo centro dove vivevo, nell'entroterra siciliano, essere gay era ancora un tabù, motivo di scherno a scuola e di vergogna per le famiglie di omosessuali dichiarati.
    
    Quando incominciai a capire in che direzione andavano i miei desideri sessuali, per reazione cercai di imitare i più "maschi" del paese, imparando presto a fumare, a scorrazzare ovunque in motorino con manovre spericolate in barba a qualunque divieto, a giocare a pallone e a tenere ben nascosto ogni atteggiamento che potesse tradire le apparenze ...
    ... eterosessuali. In altre parole, ho imparato a recitare un ruolo. Mi ripetevo che a 18 anni avrei lasciato il paesello per incominciare la mia vita, quella vera, altrove.
    
    Il papà del mio migliore amico, Enrico, fu forse il primo uomo a destare la mia curiosità sessuale. Alto, moro, riccio, barbuto, muscoloso e molto peloso, se ne stava davanti alla TV a guardare le partite di calcio mentre io ed Enrico giocavamo in cortile. Ricordo che i miei occhi finivano sempre per cadere sull'enorme pacco che il signor Salvatore teneva in bella posa a pochi metri da noi (il salone affacciava sul cortile e con le porte scorrevoli formava quasi un unico ambiente), sprofondato sulla sua sdraio a pochi metri da noi, cosce pelosissime ben divaricate, e la canotta che a malapena nascondeva quel busto peloso, leggermente sovrappeso, abbronzato e sudato. Ricordo molto bene lo shock che ebbi un pomeriggio. Il mio amico Enrico era andato a prendere non so quale gioco nella sua cameretta. Rimasi in cortile a calciare il pallone. Il signor Salvatore aveva gli occhi chiusi e russava rumorosamente, a bocca spalancata. Aveva mangiato e bevuto molto, evidentemente. Quel giorno faceva particolarmente caldo e, prima di accomodarsi nella sua sdraio, si era sfilato la canotta e l'aveva abbandonata su uno dei braccioli.
    
    Ammirai in una sorta di rapimento i suoi capezzoli circondati da peli neri, la massa di peli che scendeva giù verso l'ombelico, la pancia che si sollevava ritmicamente assieme al respiro, e ...
«1234...13»