1. I papà di famiglia del paesello


    Data: 28/12/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: versatile_vr, Fonte: Annunci69

    ... il pelo che scendeva giù fino ai boxer bianchi. Fu in quel momento che i miei battiti si accelerarono all'improvviso. La fessura anteriore dei boxer era aperta. Una folta massa di peli neri e crespi spuntava fuori come a cercare respiro in una giornata afosa. Per un istante restai impietrito. Poi, quasi come un automa, feci lentamente qualche passo in avanti, silenzioso e accorto come un gatto. Giunto a poca distanza da quella visione che mi stava rivelando la mia definitiva e autentica identità, potei accorgermi che oltre la matassa di peli si intravvedeva la base di un cazzo largo, scuro e pieno di venature. La fessura ne rivelava appena pochi centimetri, ma erano sufficienti per mandare il mio sangue al cervello e marchiarmi a vita. Ora non avevo più dubbi. Da quel momento in poi seppi chi ero e cosa volevo. Enrico tornò in cortile e feci appena in tempo a distogliere lo sguardo e a fingere di cercare il pallone.
    
    Di lì a pochi mesi Enrico e la sua famiglia si sarebbero trasferiti. Il signor Salvatore rimase nei miei ricordi la massima espressione del maschile e dei miei desideri.
    
    Nell'attesa di raggiungere la maturità e fuggire dal paesello, continuai a fingere e a cercare di scimmiottare la comitiva di ragazzotti eterosessuali che frequentavo. Oramai avevo imparato più o meno tutto. La cosa più difficile era però nascondere i miei desideri. In particolare, i papà del paese erano poi una vera e propria tentazione diabolica. Li vedevo camminare in paese o visitare ...
    ... casa dei miei, con le loro pance prominenti, le braccia pelose, i baffi, le barbe, le mani callose, i piedi che spuntavano dai sandali o dagli zoccoli in piena estate. Li desideravo come l'acqua nel deserto.
    
    Ma, proprio in virtù del mio progetto di trasferirmi, mi tenevo ben nascosti i miei desideri e cercavo di pensare ad altro, concentrandomi sullo sport e sullo studio. Mai avrei pensato che una sera d'estate, l'estate dei miei 17 anni, avrei vissuto la mia iniziazione sessuale nel modo più porco e sublime che avrei mai potuto immaginare, esaudendo le mie fantasie, anzi superandole.
    
    Tutto accadde per via di un papà che, non a caso, fino ad ora non ho ancora nominato. Mio padre.
    
    Mio padre era un uomo molto chiuso, di poche parole, distante e severo. Era quasi sempre impegnato nella sua officina. E quando non era lì, se ne stava a giocare a carte con i suoi amici al bar del paese, o andava a pesca o a caccia. Non l'ho mai visto provare il minimo interesse nei miei confronti. Ho sempre pensato che il matrimonio con mia madre fosse la conseguenza di una avventura di una notte, in cui ero stato concepito io. Fatto sta che non ho mai visto un gesto d'amore o di dolcezza tra mio padre e mia madre. Una notte li sentii litigare. Mia madre rinfacciava a mio padre di avere un'altra donna, una parrucchiera di un paese accanto al nostro. In effetti era un pettegolezzo che girava da tempo. Mio padre neppure cercò di negarlo. Le disse che gli uomini hanno bisogni ed esigenze e che ...
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