I papà di famiglia del paesello
Data: 28/12/2023,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: versatile_vr, Fonte: Annunci69
... stavolta, mosso dalla libido e da anni di desideri e fantasie repressi, mi precipitai al bagno, facendo in modo di arrivarci prima di Saro, per nascondermi magari dentro la doccia e spiarlo. Era un'idea assurda. La porta a vetri non mi avrebbe protetto. Ma ero fuori di me, la mia voglia di cazzo aveva preso il sopravvento. Così entrai in bagno e, a luce spenta, mi infilai nella cabina doccia. Saro entrò un attimo dopo accese la luce. Neppure si preoccupò di chiudere la porta. Era completamente ubriaco, barcollava ed era tutto sudato. Si abbassò i pantaloncini e tirò fuori quell'arnese disumano. Era evidente che non avrebbe mai e poi mai potuto pisciare. E infatti le sue intenzioni erano ben altre. Con la mano sinistra prese ad accarezzarsi quei due grossi testicoli pelosi che penzolavano sotto la sua proboscide, e con l'altra mano incominciò a scappellarsi lentamente, chiudendo gli occhi.
Io ero fuori di me. Ero praticamente davanti a lui, perché avevo aperto la porta della cabina doccia. Mi ero inginocchiato e mi stavo segando anch'io, in totale adorazione di quel manganello a pochi passi da me. Neppure mi resi conto che Saro aveva aperto gli occhi e che mi stava guardando. Me ne accorsi solo quando smise di segarsi. Si teneva quel bestione in mano e lo teneva fermo, dritto e duro e puntato di fronte a sé, dunque verso di me, come una pistola. I suoi occhi passarono dallo sconcerto ad una smorfia di disprezzo, come se avessero visto qualcosa di inconcepibile. Aggrottò ...
... quell'unico ciglione folto che gli correva sopra agli occhi come se volesse punirmi con lo sguardo. Poi però, quasi impercettibilmente, riprese lentamente a massaggiarsi il cazzo, continuando a guardarmi. Poi sentii qualcosa colpirmi gli occhi. Mi asciugai con una mano. Mi aveva sputato in faccia "Sei un ricchione! E chi l'avrebbe detto che il figlio di Mimmo era un ricchione, che gli piace la minchia!". E partì un altro sputo, che mi arrivò dritto sulle labbra. Con la lingua presi quella saliva e la assaporai come fosse un nettare raro. "Minchia che bottana ca sii". A quel punto, mentre si masturbava sempre più velocemente, Saro fece qualcosa che non mi sarei mai aspettato, segnando per sempre il mio destino. "Mimmo" grido con quella voce cavernosa "ma tu lo sapeva che tu figghiu i era ricchione i bottana ?". Silenzio. Io volevo morire. Dall'altra parte i tre smisero di ridere e di parlare. Al silenzio seguirono i rum ori delle sedie che si scostavano e dei passi che avanzavano. Ero in trappola, inginocchiato nella cabina armadio del bagno dei miei genitori, i pantaloncini calati e il cazzo in mano, con un amico di mio padre che mi sbarrava la strada davanti e con la sua proboscide in tiro a pochi centimetri dal mio viso.
Immobile, attesi il mio destino. Di lì a pochi secondi vidi entrare mio padre, seguito da Beppe e da Arturo. I quattro si guardarono e poi guardarono me, inginocchiato, col pisello in mano in evidente stato di eccitazione nonostante la paura e la vergogna. ...