I papà di famiglia del paesello
Data: 28/12/2023,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: versatile_vr, Fonte: Annunci69
... li spiavo e li ascoltavo, arrivati a non so quale giro di birre, mi resi conto che erano proprio ubriachi. Mio padre parlava della parrucchiera che si scopava oramai almeno una volta a settimana. Il signor Arturo si vantava di essersi ingroppato una svedese che faceva l'autostop vicino il suo laboratorio idraulico. L'accompagnò al suo campeggio, ma non prima di essersela trombata selvaggiamente in macchina. Al che Beppe rivelò la sua passione per una ragazza del paese, poco più che ventenne, amica di uno dei suoi figli. La conoscevo anch'io e la consideravo una ragazza timida e molto dolce. Beppe raccontò con dovizia di particolari come la giovane amava farsi scopare in gola o nel culo. Era una vera troia, a sua detta, che non poteva fare a meno della sua verga. Ma il racconto che mi lasciò a bocca aperta fu quello del bestione, del signor Saro, il maresciallo in pensione, padre di cinque figli e già nonno a cinquantotto anni. A quanto pare, alla mia insegnante di inglese, una donna in effetti piacente e ancora ben messa per i suoi quasi cinquant'anni, piaceva farsi pisciare addosso. E ancora di più le piaceva farsi venire addosso, possibilmente da tanti uomini. Allorché sia mio padre sia gli altri due cominciarono a toccarsi i rispettivi pacchi, chiedendo più dettagli a Saro, che dal canto suo mostrava - e me ne potevo accorgere pure a distanza - dalla finestra della mia camera - un'erezione abnorme sotto i pantaloncini di tela gialla che indossava, che con difficoltà ...
... contenevano quel boa che cresceva a vista d'occhio. Erano eccitatissimi. Saro, mentre si massaggiava anche lui quel pitone che aveva in mezzo alle gambe, incalzava col suo racconto, spiegando del gruppo di camionisti e suoi ex colleghi marescialli con cui, almeno una volta al mese, organizzavano queste serate con la mia professoressa in calore, in cascine abbandonate o, come stava spiegando, anche, nell'ultima occasione, nel bagno della scuola, di notte, con la complicità del bidello, un cinquantenne basso e tarchiato, che ovviamente aveva consentito l'uso del nostro bagno dei maschi, in cambio della sua partecipazione all'ammucchiata.
A quel punto accadde qualcosa che cambiò il corso della mia vita, oltre all'epilogo di una serata altrimenti basata sul rotto libero e confessioni porche tra quattro vecchi amici. Saro, completamente ubriaco e totalmente arrapato, chiese a mio padre dove poteva andare a pisciare. Nel chiederlo, si alzò, e il suo bestione spuntò fuori dal lato sinistro dei suoi pantaloncini. Era gigantesco, il cazzo più grosso che avessi mai visto, lungo, tozzo e nodoso come un ramo d'albero. Duro e minaccioso, completamente scappellato Tutti risero e mio padre disse "Beh, se riesci a pisciare in queste condizioni…" E poi aggiunse di andare nel bagno dentro casa, perché quello del garage era purtroppo nuovamente otturato.
Fu un attimo. Quasi come, anni prima, mi ero mosso come un automa, avvicinandomi silenziosamente al pacco del papà del mio amico, anche ...