I papà di famiglia del paesello
Data: 28/12/2023,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: versatile_vr, Fonte: Annunci69
... dai racconti dei miei amici della comitiva al paese, quando si vantavano delle porcate che combinavano con le mignotte o con le fidanzate. Oltretutto avevo avuto il piacere di una doppia visione, quella di mio padre e del signor Arturo. Nelle seghe che mi feci da quel giorno in poi, sognavo di stare in ginocchio sotto a quei due manzi e di beccarmi la loro piscia in faccia e su tutto il mio corpo, prima di essere scopato in bocca e in culo da entrambi.
Mi immaginavo mille varianti. E non smettevo di sognare. Nel frattempo la realtà era sempre la stessa. Mio padre era schivo, assente, distante, col solito atteggiamento di indifferenza mista a insofferenza nei confronti miei e di mia madre. Ma la mia mente oramai era persa. Il risentimento aveva lasciato posto al desiderio e alla libidine. Desideravo quel maschio, anzi, quei due maschi, come se uno non fosse mio padre e l'altro un signore che mi aveva visto crescere e che padre di due ragazzi della mia comitiva.
Ma cosa potevo fare ? Come consigliatomi da Enrico, la cosa più saggia era certamente tenere a bada ogni tentazione, continuare a recitare e attendere la fuga da quel dannato paese, Ma come fare ? La mia mente era partita per la tangente, come quella dei drogati. Per qualche tempo riuscii, nonostante ciò, a resistere, pensando alla scuola e uscendo con la comitiva Poi arrivò l'estate, caldissima, e il destino prese il sopravvento.
Era una notte di fine luglio. Mia madre era andata al paese della sorella minore, ...
... in cinta di mia cugina. Io ero rimasto con mio, che quella sera aveva invitato il signor Arturo, Beppe, l'elettricista del paese e padre di un altro ragazzo della mia mia comitiva, e Rosario detto Saro, un maresciallo in pensione. Beppe aveva l'età di mio padre, quarantotto anni, era un po' più alto di mio padre e molto robusto, capelli e barba sale e pepe. Anche dalla canotta e dalle cosce e dai polpacci spuntavano tanti peli sale e pepe. Saro era un bestione, grande e grosso. Anche lui molto peloso, era caratterizzato per una faccia molto scimmiesca, quasi da Neanderthal, con un unico ciglione folto che correva senza interruzione da una tempia all'all'altra. Saro aveva una voce cavernosa e una risata che faceva tremare i vetri. Era davvero un bestione, ma era anche un brav'uomo, molto rispettato e stimato in paese, Era padre di cinque figli, di cui due erano emigrati in Germania.
I quattro erano impegnati a giocare a poker su un tavolino di plastica nello spiazzo di casa nostra, di fronte al garage. L'assenza di mia madre consentiva loro di bere birra in quantità industriale, ruttare, bestemmiare, scoreggiare e comportarsi come dei commilitoni in licenza, senza il minimo riguardo. Erano rilassati e visibilmente brilli. Io li spiavo dalla finestra della mia camera, che dava proprio sullo spiazzo del garage. Quella sera non ero uscito, perché tutta la comitiva era partita per andare a un concerto rock in un paese limitrofo. A me non andava ed ero rimasto a casa.
Mentre ...