1. I papà di famiglia del paesello


    Data: 28/12/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: versatile_vr, Fonte: Annunci69

    ... pochi passi da me, e senza che avessi fatto nulla per garantirmi questo spettacolo. Mentre il signor Arturo pisciava abbondantemente e sospirava per il piacere di liberarsi la vescica, mio padre si abbassò i bermuda che portava e abbassò lo slip. Una montagna di pelli neri, crespi e folti circondava una proboscide che mi lasciò senza fiato. Avevo oramai azzerato la salivazione. La proboscide di mio padre era larga quanto quella del signor Arturo ma anche più lungo e con una cappella più grossa e più scura, che si rivelo in tutto il suo splendore non appena mio padre tirò su l'abbondante pelle del prepuzio, anch'essa scura. Lungo tutto il cazzo correvano vene grosse e violacee. Era lo spettacolo più arrapante e intenso che avessi mai visto. Mentre fissavo quella meraviglia della natura, iniziò il getto di piscio di mio padre, che andò ad incrociarsi con quello del signor Arturo, che non era diminuito neppure un po' per intensità e volume.
    
    Anche mio padre sospirava per la sensazione di liberazione. Io me ne stavo lì, in ammirazione di quei due maschi che rispondevano appieno a tutte le mie più nascoste fantasie erotiche. Il fatto che uno di quei due maschi fosse mio padre rendeva la situazione ancora più erotica. Il cesso doveva essere ricolmo del piscio di questi due manzi, perché i due getti ci misero un bel po' ad esaurirsi e ad estinguersi. Entrambi si sgrullarono i rispettivi idranti quasi all'unisono. Il signor Arturo fu il primo a rimettere il bestione dentro i ...
    ... pantaloni, seguito da mio padre nei suoi bermuda blu. Poi il signor Arturo provò ad azionare lo sciacquone. Usciva acqua dallo scarico, ma invece di convogliare verso le fogne, riempì completamente il cesso e fuoriuscì all'esterno, portando con sé gli ettolitri di piscio appena depositati da mio padre e dall'idraulico.
    
    "Minchia!" esclamò mio padre. I due fecero appena in tempo a spostarsi, per non bagnarsi le scarpe. L'acqua formò velocemente una pozza attorno al cesso. Solo a quel punto mio padre sembrò rendersi conto della mia presenza (di fatto mi ignorava sempre). "Pietro, vai a prendere lo straccio e pulisci, mentre col signor Arturo andiamo a prendere gli attrezzi". I due montarono sul vespone di mio padre e rapidamente si diressero verso il laboratorio dell'idraulico. Io, prima di andare a prendere lo straccio e pulire, in stato di erezione e di totale perdita di ogni freno inibitoro, approfittai delle casa vuota e lì, nel silenzio del garage, rimasto solo, mi calai i pantaloncini e le mutande e mi sparai la seconda migliore sega della mia vita di fronte a quel lago. Ero alle stelle.
    
    A quel punto la mia vita era diventata come quella dei tossicodipendenti. Vivevo per una dose, una dose di visione di quella proboscide che avevo avuto la fortuna di vedere in tutto il suo splendore. Ma certamente non mi bastava. Volevo anche toccarla, odorarla, assaggiarla, baciarla e sentirla crescere in bocca, fino a togliermi il respiro, facendomi scopare la gola, come avevo sentito ...
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