Il segreto del miliardario - prefazione
Data: 25/11/2023,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: sposato40, Fonte: Annunci69
... porta del palazzo davanti al finestrino, e sentii spegnere il motore.
“Signore, io la aspetto qui, faccia pure con comodo” disse, educatamente il ragazzo, aprendomi la portiera e facendosi da parte per farmi scendere, con quel sorriso che era davvero molto piacevole.
“Grazie, prometto che farò in fretta” gli risposi, anche se l’avrei invitato volentieri di sopra, e magari dargli una bella ripassata, anche perché su quel faccino ci avrei sborrato davvero molto volentieri.
Mentre l’ascensore mi portava al piano, iniziai a pensare a quella cosa, che ancora mi sembrava impossibile, incredibile, pazzesca, e mi chiesi come avessi meritato una cosa del genere, fatto sta che, non appena entrai in casa, e guardai in basso, vedendo l’auto scura, e iniziai a realizzare che stava succedendo, davvero.
Presi due borsoni, li riempii di vestiti, rasoio, phon, spazzolino, e poi aprii quel cassetto che adoravo tanto, sia mai che mi fosse servito qualcosa, infilando nella seconda borsa lubrificante, sospensori, giocattoli vari, qualche capo particolare da indossare, di cuoio, di lattice, un paio di pantaloni e un ...
... cappellino militare, sia mai che a Giorgio piacesse giocare anche in modo diverso, poi chiusi le zip, mi sedetti al tavolo della cucina e mi versai un bicchiere di vino.
Cazzo sto facendo, pensai, carezzando il tavolo con le dita, poi mi accesi una sigaretta, cercando di svuotare la mente e dando un rapido sguardo al mio nido, alla casa intorno a me, provando quasi una punta di malinconia, ma poi, al solo pensiero di quel che mi aspettava, l’entusiasmo tornò ad impossessarsi di me, e sorrisi, alzandomi, prendendo i due borsoni, sistemandomi addosso la giacca, e chiudendo la porta con un paio di giri di chiave.
Scesi giù, Stewart mi stava aspettando col suo solito sorriso, e non appena mi vide scattò sull’attenti e si spostò per aprirmi la portiera, dopo aver spalancato il baule, e mi venne in contro.
“Dia pure a me” disse, con quel suo accento vagamente inglese, e salii in auto, sorridendo, sentendomi davvero importante, forse per la prima volta in vita mia, e non appena il mio culo sfiorò quel soffice sedile, non pensai ad altro che ad essergli riconoscente.
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