Il segreto del miliardario - prefazione
Data: 25/11/2023,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: sposato40, Fonte: Annunci69
La strada era colma di auto, pullman, furgoncini, ma il tassista fu abile, e si fermò giusto davanti alla villa in perfetto orario.
Rimasi a bocca aperta, solo guardando il grande cancello in ferro battuto color rame, dalla forma di ampie volute, riccioli e foglie d’acanto, appesi a spesse sbarre verticali, che salivano verso il centro, dalla punta a forma di freccia.
Due colonne in pietra gialla, dalle venature grigie e bianche, salivano ai lati, e davano il via ad un muro di cinta alto, tondeggiante, dal quale sbucavano le cime di cipressi verde scuro, tutti perfettamente distanziati, al di là dei quali si intravedevano grandi cedri secolari, che coi loro palchi di grossi rami, parevano giganteschi bonsai.
L’autista mi fece tornare subito coi piedi per terra, chiedendomi i soldi per il tragitto, e gli risposi sorridendo, allungando le banconote e lasciandogli pure la mancia, visto che aveva evitato di arrivare in orario, cosa che da lui fu fin troppo gradita, ringraziandomi con una valanga di sorrisi.
Scesi, sistemai la giacca del completo, abbottonai il bottone centrale, e cercai con lo sguardo il campanello, non sapendo come fare per entrare, ma subito il cancello iniziò ad aprirsi, spalancandosi, e seguii quel viale di ghiaino nero fino alla villa, che mi lasciò veramente senza fiato.
Non aveva uno stile proprio definito, era qualcosa di veramente pacchiano e strano, un miscuglio fra le vecchie ville storiche, con aggiunte gotiche, colonnati ai lati, e un ...
... paio di grandi cupole di vetro, dietro i pinnacoli del cornicione della facciata, mentre l’entrata, una grande porta ad arco, sovrastata da un piccolo portico, era contornata da vasi di cemento dipinti di rosa scuro, colmi di piante dalle voglie coloratissime, sapientemente potate a semisfera, creando delle piccole cupole dalle mille sfumature.
Salii i sei gradini di cemento, lentamente, col cuore in gola, e non appena arrivai davanti quel pesante portone di legno massiccio, un’anta si aprì, e apparve un distinto signore anziano, coi capelli bianchissimi, i baffi folti arricciati a manubrio e un sorriso così perfetto da intonarsi perfettamente all’abito nero che indossava.
“Buongiorno, signore, lei deve essere Loris. Prego, si accomodi, il signore la sta aspettando” disse, facendomi segno di entrare con la mano.
Entrai, in quel salone scuro, pavimentato con un marmo chiaro per dare luminosità, ma che restava comunque tetro, con un grande tavolo rotondo dall’unico piede a colonna, di legno pregiato e lucido, sul quale un enorme vaso di cristallo imperava con al suo interno una composizione di rose, foglie di felce e lunghi steli arcuati di qualche strana erba esotica, giusto davanti alla grande scala che seguiva la parete tondeggiante, che portava al piano di sopra, dagli scalini dello stesso marmo, e col parapetto in sottili colonne di marmo bianco.
Salii quelle scale col cuore praticamente in bocca, tanto batteva forte, chiedendomi cosa ci facessi in quella villa ...