1. Racconto libero - l'oscuro ivÁn - parte 2 la soffitta


    Data: 28/07/2023, Categorie: Gay / Bisex Autore: Syren, Fonte: Annunci69

    ... scivolare del suo membro turgido dalle mie profondità morbide. Non mi sono nemmeno reso conto se sia venuto.
    
    Lo vedo sorridermi ed accarezzarmi, mi sussurra parole di conforto e complimenti da amante. È statuario, la pelle bianca brilla di sudore ed emana potenza.
    
    Sono oltre la stanchezza, sento le palpebre pesantissime ed il mio corpo pare intenzionato ad annegare fra i cuscini.
    
    Con voce flebile lo imploro di lasciarmi dormire a casa sua perché non ho la forza di andarmene. Mi bacia teneramente le labbra e mi sussurra:
    
    - Non preoccuparti Tommaso, riposati pure. Io dormirò nella mia camera, così non ti disturberò nel sonno. Grazie per ciò che mi ha donato stanotte. -
    
    Senza ascoltare appieno le sue parole, crollo immediatamente in un sonno profondo.
    
    Deboli raggi di luce solare fanno capolino dalle imposte alle finestre e scaldano leggermente le mie palpebre, illuminandone l’interno con bagliori arancioni e rossi.
    
    Ho le labbra secche e la gola arsa, il primo pensiero è la consapevolezza di aver dormito poco e male; credo di avere avuto incubi confusi e sconclusionati. Tento un breve riepilogo mentale: immagini sfocate di battaglie combattute con spade ed alabarde, muri in fredda pietra e caminetti scolpiti con fiamme calde, visi di fanciulli in preda al piacere e alla sofferenza, occhi di ghiaccio…
    
    La memoria onirica presto s’indebolisce e fa spazio a quella vigile. Comprendo dove mi trovo ed il motivo, con uno sforzo immenso mi alzo e cerco a tentoni il ...
    ... bagno.
    
    È piccolo e minimale, non ha nemmeno uno specchio. Meglio così, devo essere uno straccio, mi sento stravolto e debilitato, forse anche un po’ dolorante. Con tutta quella furia….
    
    Bevo a sorsate direttamente dal rubinetto per rifocillarmi e sciacquo il viso.
    
    Vedo la porta chiusa della camera di Iván, busso per accertarmi se sia sveglio; vorrei parlargli e scusarmi per essermi addormentato di botto, magari mi unisco a lui nel letto.
    
    Non ricevo risposta e con lenta attenzione abbasso la maniglia ed apro.
    
    L’oscurità è totale, riesco a scorgere pochi centimetri davanti a me solamente grazie alla luce diffusa del resto della casa.
    
    Il tempo che i miei occhi si abituino alle tenebre ed inizio a riconoscere delle forme che affiorano, c’è una finestra sprangata da assi di legno, un armadio antico ed un piccolo letto al centro, una cassettiera ospitante silhouette di vari oggetti, fra cui un’agghiacciante diorama di un teschio, forse un volatile.
    
    Qualcosa non va.
    
    - Iván… d-dove sei? – balbetto con una paura sempre più incalzante.
    
    Con la coda dell’occhio vedo, fra le lenzuola scure, una mano bianca che si ritrae.
    
    Un brivido gelido mi corre dall’osso sacro fino all’ultima vertebra in alto, drizzandomi tutti i capelli sulla nuca. Mi fiondo fuori da quella camera buia e sbatto la porta alle mie spalle.
    
    Con una velocità mai avuta in tutta la mia vita mi rivesto alla buona, infilo gli anfibi senza allacciarli, afferro il borsone con le mie cose ed in un ...
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