La porta sul retro. 3a parte
Data: 30/07/2018,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Marla23, Fonte: Annunci69
... mentre ridacchiando sussurrava qualcosa all’orecchio dell’inerme. Poi si concentrò sull’attrezzo e lo spinse dentro con un colpo secco. Bardonetti urlò per quanto gli consentiva il morso. Tutti inveirono contro il povero architetto impalato. L’epiteto più frequente era “traditore”. Uno dei vecchi del gruppo istigò il carnefice gridando “rompilo! Rompigli il culo a quel bastardo!”. Questo allora, rivolto verso il pubblico eccitato, fece entrare ed uscire il cazzo finto almeno una decina di volte. Non contento, ad ogni affondo gli tirava un pugno dritto sui testicoli. Alberto era inorridito da tanta crudeltà insensata. Sapeva però che doveva reagire in qualche modo, doveva acquistare la fiducia di quei pezzi di merda, essere uno dei loro. Quindi si fece strada tra i partecipanti e strillando ed inveendo contro il povero Bardonetti sodomizzato, si verso da bere e alzò il calice verso una maschera che si trovava lì vicino. Questo gli rispose alzando il bicchiere.
Si alzò in piedi il torturatore dalla tunica rossa, rimasto fino allora in disparte. Doveva essere proprio il conte Calandrini. “La puttana!” gridò. “Ora tocca alla puttana! In fila ragazzi…vi voglio tutti in fila”. Gli uomini mascherati risposero immediatamente all’appello e cominciarono a mettersi ordinatamente allineati dietro al culo di Valentina, mentre se lo menavano per farselo diventare duro. Alberto capì al volo e cercò di mettersi in fila tra i primi. Riuscì a conquistare la terza posizione. Valentina, ...
... ancora cosciente, emetteva suoni soffocati a causa della stretta del morso da cavallo. Capiva che quell’attrezzo gli avrebbe impedito di urlare, ma allo stesso tempo, stringendolo con i denti, gli avrebbe consentito di sopportare meglio il dolore. Per cui cominciò ad addentarlo, in attesa dell’incipiente sofferenza. Il primo della fila non era ancora in erezione per cui, prima di infilarlo nel culo della ragazza, si diverti con due dita nella fica. Incredibilmente la trovò umida. La paura aveva indotto nella donna uno stato di stress negli effetti simile all’eccitazione. Utilizzando i suoi umori si sfregò la cappella e divenne finalmente duro e pronto. Essere stato accolto con tanto piacere lo rese pietoso. Sputò una saliva densa e scura di tabacco sull’ano perfettamente depilato. Vi appoggiò la cappella mugugnando per il piacere che si stava per prendere con la forza. Alberto trasalì, ma sapeva che non era ancora il momento di agire, mentre Valentina emetteva mugolii continui e stringeva forte il morso da spaccarsi i denti. Il tizio la pompò da dietro, chiamandola troia ad ogni colpo. Tutti incoraggiarono il torturatore a sfondare il culo della ragazza. Valentina sentì l’asta dell’incappucciato penetrare fin nello sfintere. Il pene era durissimo e non poteva fare a meno di godere ad ogni passaggio. Poi senìi il fiotto di sborra calda riempirla e capì che avrebbe avuto solo una piccola pausa prima di essere inculata a ripetizione da tutti i cazzi della fila.
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