La caldaia difettosa
Data: 27/05/2023,
Categorie:
Erotici Racconti,
Etero
Sensazioni
Autore: pink_, Fonte: RaccontiMilu
... piacere e di vita, sistema il divano, prende a schiaffi un paio di cuscini e porta via quel mezzo caffè che nessuno ha bevuto. E la caldaia? No, non c’è tempo, è già tardi, ha fretta ora la signora, come quando butti via la sigaretta che avevi giurato fosse l’ultima e pensi a quanto è maledetto il tuo vizio, a quanto ti fa male e a quanto ti fa bene, a quanto sia lui a possedere te, lo dice anche la dottoressa, lo dice ogni volta, le dice che dovrebbe solo provare a smettere, a farlo davvero, ad affrontarsi una volta per tutte, usa quella parola così strana, ma che vuol dire? Come fa una parola sola a raggruppare così tanti sentimenti, come fa? L’ultima e poi smetto, lo giuro. Il ragazzo si è già rivestito, ha smesso l’animale ed è tornato a essere solo un tecnico, con altri appuntamenti e altre sconosciute caldaie da riparare, si avvia verso l’uscita e non sa che dire, anche la libertà dei suoi pensieri sembra essersi annodata su sé stessa, dopo l’abbuffata del piacere sembrano essere rimaste appena le briciole dell’imbarazzo, “Arrivederci” lo liquida lei sbattendo la porta ed è già ora di tornare alle proprie care, vecchie abitudini. Prendere l’accappatoio, l’asciugamano, portarli in bagno e metterli al loro posto, mentre una musica dannata torna a dettarle i passi. Tornare in cucina, ancora nuda, ancora sporca con solo le pantofole ai piedi e aprire il rubinetto, rimuovere gli ultimi residui dalla macchinetta del caffè sotto l’acqua corrente poi riporla ad asciugare ...
... capovolta sul lavandino. Detergersi le belle mani con uno strofinaccio, uno sguardo allo smalto, rosso, sì, forse è un po’ da sistemare ma ancora può andare. I gesti abituali, consueti, elencati dal confortevole schema della routine. Poi subito in bagno, è già tardi, le lancette dell’orologio stanno per posizionarsi appena dischiuse sulle ore 11:00. Ruotare il miscelatore fino ad ottenere la temperatura desiderata, così è troppo fredda, così troppo calda e così, sì, così è decisamente perfetta.
La beatitudine della doccia, spettacolo meraviglioso, ma si può sapere chi è che l’ha inventato? Lasciarsi piovere addosso e scottarsi le spalle, vestita di solo vapore, afferrare il flacone e schizzarsi di bianco la pelle al profumo dei fiori, le mani, no, non si muovono, piuttosto si lasciano guidare dalle curve piene del corpo, mentre la bocca si apre a intonare quella dannata vecchia canzone il cui ritmo di cuore dà il tempo a ogni gesto. Afferrarsi le tette, velate dal bagnoschiuma, massaggiarle, strizzarle, toccarsi la pancia, toccarsi la schiena, esplorare ogni cosa, rielencare sé stessa e i tanti segreti del corpo, la linea delle gambe, le curve dei piedi, la forma soda delle natiche che oscillano a scuotere un ballo di cuore. Due colpi d’anca a destra, due a sinistra prima di afferrarle con un paio di schiaffi, aprirle, scivolarci in mezzo con una mano mentre l’altra si annida fra le cosce, pulire ogni cosa per il solo piacere di tornare a sporcarsi, con la vita, certamente. Ma ...