La caldaia difettosa
Data: 27/05/2023,
Categorie:
Erotici Racconti,
Etero
Sensazioni
Autore: pink_, Fonte: RaccontiMilu
…rimuovere gli ultimi residui dalla macchinetta del caffè sotto l’acqua corrente poi riporla ad asciugare capovolta sul lavandino. Detergersi le belle mani con uno strofinaccio, uno sguardo allo smalto, rosso, sì, impeccabile come sempre. I gesti abituali, consueti, elencati dal confortevole schema della routine. Poi subito in bagno, è già tardi, le lancette dell’orologio stanno per posizionarsi divaricate sulle ore 10:00. Ruotare il miscelatore fino ad ottenere la temperatura desiderata, così è troppo fredda, così troppo calda e così, sì, così è decisamente perfetta.
La beatitudine della doccia, spettacolo meraviglioso, ma chi è che l’ha inventato? Lasciarsi piovere addosso e scottarsi le spalle, vestita di solo vapore, afferrare il flacone e schizzarsi di bianco la pelle al profumo dei fiori, le mani, le mani non si muovono, piuttosto si lasciano guidare dalle curve piene del corpo, mentre la bocca si apre a intonare quella dannata vecchia canzone il cui ritmo di cuore dà il tempo a ogni gesto. Afferrarsi le tette, velate dal bagnoschiuma, massaggiarle, strizzarle, toccarsi la pancia, toccarsi la schiena, esplorare ogni cosa, rielencare sé stessa e i tanti segreti del corpo, la linea delle gambe, le curve dei piedi, la forma soda delle natiche che oscillano a scuotere un ballo di cuore. Due colpi d’anca a destra, due a sinistra prima di afferrarle con un paio di schiaffi, aprirle, scivolarci in mezzo con una mano mentre l’altra si annida fra le cosce, pulire ogni ...
... cosa per il solo piacere di tornare a sporcarsi, con la vita, ovviamente. Ma tutti i piaceri, si sa, hanno sempre una fine, è tempo di chiudere l’acqua ed uscire, con gli occhi chiusi a cercare l’accappatoio bianco che è sempre lì, al solito posto, farsi abbracciare dalla spugna morbida e stringersela addosso, con le mani, perché il caro accappatoio è sprovvisto di cintura, chissà che fine avrà fatto.
Un altro asciugamani dello stesso colore lo avvolge intorno ai capelli a formare una sorta di turbante, mentre il canto diviene un semplice mugugno, ultime note e ancora qualche accenno di danza, due colpi d’anca a destra e due a sinistra. Sorriso d’intesa con quella donna lì davanti, riflessa nello specchio, guarda che labbra morbide che ha, le gote arrossate, il naso pronunciato, l’istinto naturale, di certo vanitoso, di una donna che sa di essere bella e non ha nessun motivo per nasconderlo. Ma il tempo corre, meglio uscire, le pantofole ai piedi e poi di nuovo in cucina, un altro sguardo alle lancette, ci siamo quasi, giusto il tempo di spegnere la musica nella testa e accendere un’altra sigaretta.
Non riesce a fumarla tutta che il citofono suona, prendere la cornetta “Sì, secondo piano” soffocare la sigaretta sotto al lavandino e andare ad aprire la porta, col turbante in testa e le braccia conserte a stringere un accappatoio senza cintura. Il suono dei passi sulle scale ed eccolo che appare “Buongiorno” allungando una mano, stando attenta a non mostrare niente di ...