1. La caldaia difettosa


    Data: 27/05/2023, Categorie: Erotici Racconti, Etero Sensazioni Autore: pink_, Fonte: RaccontiMilu

    ... inopportuno. «Buongiorno» risponde un ragazzo con la polo e i pantaloni blu, almeno una decina d’anni meno di lei, che la guarda e nella sua mente elenca in un istante parole e apprezzamenti che se solo fosse libero le direbbe con assoluta tranquillità. “Prego, la caldaia è da questa parte” dice lei lasciandoselo sfilare accanto, il profumo di bagnoschiuma incontra quello della giovane pelle sudata, come animali che fanno conoscenza molto prima di incontrarsi. Chiudere la porta e ritrovarsi in salotto, uno di fronte all’altra, immersi in una bolla di inevitabile imbarazzo, quale miglior modo per romperla di un “Prima di iniziare, lo vuole un caffè?” gentile e amorevole signora, con le labbra schiuse in un dolce sorriso. Lui ovviamente accetta e si accomoda seduto, libero di guardarla mentre va in cucina, libero di pensare “Che gran culo, la signora!” d’altronde, si sa che i pensieri, loro sì, godono di assoluta libertà. Qualche istante d’attesa passato a guardarsi attorno constatando che, sì, quella è proprio una bella casa; le foto appese alla parete di quella stessa donna con un uomo che sarà suo marito e due bambini, tutti felici e sorridenti, sì, davvero una bella famiglia, mentre il tintinnio di stoviglie risuona dalla cucina seguito dal borbottio roco della caffettiera. Eccola che riappare, sembra un’odalisca, con quel turbante, fasciata di bianco, con un piccolo vassoio rotondo sul palmo della mano. Un’odalisca evidentemente sbadata perché mentre cammina l’accappatoio ...
    ... svolazzante si apre, per una frazione di secondo, permettendo al ragazzo di vedere molto più del dovuto. Il solco fra i seni, il ventre delicato e poi più giù, il miraggio scuro dei peli pubici che lei prova subito a ricoprire sciogliendosi in un timido sorriso. “Quanto zucchero?” gli chiede poi, mentre lui appare ora un tantino spaesato «Cosa?» balbetta a quella donna distratta “Lo zucchero, quanto ne vuole?” ribadisce lei in piedi proprio accanto a lui. «Uno, grazie» lei si piega appena, riempie un cucchiaino di dolcezza e lo lascia cadere nella tazzina, iniziando poi a mescolare il bianco con il nero. Distratta, incantevole e forse anche un po’ maldestra perché proprio mentre si avvicina ulteriormente a quel ragazzo, nel preciso istante in cui gli porge la tazzina, urta qualcosa finendo col rovesciargli il caffè sulla tuta blu, proprio fra le gambe. Ma tu guarda, che giornata è mai questa. Lui si alza di colpo e fa un piccolo verso, forse si è bruciato ma per fortuna c’è lei che ora si mette a correre per andare a prendere subito uno strofinaccio. Neanche ci fosse un incendio in corso lei torna in salotto presa dal panico, armata di strofinaccio, continua a ripetere “scusi” e non si cura più di nascondere le proprie grazie, la veste bianca di spugna si apre completamente mentre si appresta a soccorrere quel povero ragazzo e per farlo non trova niente di meglio che accovacciarsi, proprio fra le sue gambe aperte. Il giovane tecnico della caldaia forse si è bruciato o magari ...
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