Una serra per coltivare... relazioni (4)
Data: 19/07/2018,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Zindo, Fonte: Annunci69
... andiamo avanti solo a parole sarà probabile che durerai fino all'alba. A parlare non si spendono troppe energie”
Come se fosse stato umiliato da quella battuta Osvaldo volle riscattarsi subito, afferrando Beatrice di peso, prendendola sulle sue braccia, con il sedere che sfregava sul suo cazzo, e la portò sul letto, sul quale l'adagiò ma per distendersi subito anche lui sul corpo di lei, per farla sentire dominata, sottomessa anche fisicamente alla sua virile mascolinità.
Ebbene sì, bisogna anche dirlo che la non principiante Beatrice, aveva vissuto le sue esperienze con ragazzi al massimo della sua età, cioè poco più che ventenni quando erano stati “vecchi”, ragazzi spavaldi a parole ma un poco intimiditi nella fase iniziale, al punto che li aveva dovuti quasi tutti “pre-lavorarli” concedendo i tempi per un petting iniziale per vederli in buona erezione e quasi tutti, appena ricevuti il suo assenso avevano avuto fretta di “fare”. Osvaldo, con i suoi solo trenta o poco più anni, era apparso da subito un uomo vero, esperto. Il fatto che aveva aspettato per tutta la durata della cena inizialmente aveva deluso Beatrice, ma ora con quella erezione sfavillante, la forza di quelle braccia, la delicatezza con la quale l'aveva adagiata, la pressione misurata del suo corpo che premeva su di lei ma non la faceva sentire schiacciata, furono tanti piccoli particolari che inebriarono, stordirono, turbarono la ragazza. Fu lei ad attanagliare le sue gambe divaricate a quelle ...
... distese di Osvaldo, a stringere le braccia attorno al torace di lui, a sollevare la bocca verso quella dell'uomo che si trovò nella condizione ideale per una inevitabile, immediata introduzione del suo pene in vagina. Così, all'inizio, senza quei preliminari ai quali Beatrice era stata abituata.
Osvaldo scordò Marcello, Nunzia, l'intero universo; Beatrice scordò la automobile, il padre ed ogni altra cosa o persona e tutto il tempo di sempre si fece presente in quel momento che stavano vivendo, senza possibilità di avere pensieri del passato o per il futuro, ma vivere in pienezza quel presente, vivere di quei colpi ben assestati, quel ritmo, quei respiri, quel sentirsi fusi ma desiderare di compenetrarsi ancora di più, cosi' che non solo il pene affondava nella vagina, ma le lingue penetravano nelle bocche, le dita stringevano a pizzicotti le carni e il letto oscillava a ritmo veloce, in sincronia con i respiri sempre più profondi ma non affannati.
II corpi avvinghiati eppure dinamici nel muoversi, si inumidirono anche di un impercettibile umidità, non vero sudore, ma quell'umido che rende più pregnante l'odore della pelle. E cambiarono più volte posizione, fino a ritrovarsi lei pressoché distesa con braccia e gambe divaricatissime , a mo' di X o di “croce di Sant'Andrea”, come se fosse esausta, indebolita dai colpi martellanti con cui Osvaldo l'aveva cavalcata, domata, sfinita e, in quella posizione rilassata aveva lasciato liberare tutte le forme di un pieno orgasmo, dalle ...