1. La Caduta, Oltre il Confine. Sul mare


    Data: 09/07/2018, Categorie: Racconti Erotici, Voyeur Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... all’apprendimento del corpo a corpo. Solo che la giovane pareva cambiata: si muoveva con sicurezza, affondava i colpi rapidamente e schivava prontamente. Dubitavo avesse già smaltito l’alcool in corpo ma anche in quel caso la sua maestria era ammirevole. Mi vide e, dopo aver vinto, avanzò verso di me, coperta solo da dei calzoncini in tessuto e un reggiseno a pezzo unico senza ganci. -Vieni ad allenarti? O vieni per me?-, chiese. -Allenarmi non mi dispiace. Mi avevi detto che mi avresti dato lezioni…-, le ricordai. Lei sorrise, un sorriso che pareva dire: “Sì, divertiamoci!”. -Ovvio.-, disse. Mi gettò dei calzoncini e un rudis. Mi cambiai alla svelta in un alcova. Misi la Lama della Fondatrice bene in vista. Non me la sarei fatta rubare.
    
    -Esistono due prese. A spatha e a pugio.-, disse. Le due prese erano semplici ma le loro implicazioni erano notevoli. Il pugio permetteva colpi corti potentissimi e rapidi, la spatha garantiva mobilità e ampiezza a scanso della forza. Dopo aver visto i movimenti di base e il gioco di gambe, Izabel decise di darci dentro. Vidi qualcuno fare gesti, altri ridevano. Sentii qualcuno fare il tifo, ma non per me. -Sappi che non ti farò sconti.-, disse la bionda. Ci muovevamo in cerchio, lenti ma consapevoli, ovviamente io mi sentivo comunque un mattone al confronto con lei. E di fatti, per i primi due round, pur riuscendo a schivare qualche colpo, persi. Izabel era brava, più di me. Ma non ero totalmente a digiuno di arti marziali e combattimento ...
    ... corpo a corpo: durante la mia formazione era stato Antusio Bruto Maximo a istruirmi nell’arte dell’autodifesa e mi aveva insegnato qualche trucchetto. Espirai. Sudavo e quando partì il terzo e ultimo round, agii. Ignorai l’attacco in arrivo e colpii verso il polso col mio rudis. Vidi Izabel sorridere con un ghigno arrogante. Bloccò l’attacco, preparandosi al prossimo. Ed entrai nella sua guardia muovendomi in fretta e senza pietà. Afferrai il braccio armato della giovane con il mio, proiettandola a terra. Le balzai addosso. Nel combattimento a terra ci contendemmo il pugnale di legno che lei ancora aveva in mano e infine riuscii a riprendere il mio. Lo puntai al suo fianco in corrispondenza del costato mentre lei mi appoggiava il suo sul collo. -Parità.-, dissi con un sorriso. Sorrise anche lei. E improvvisamente alcuni esultarono. Tutti applaudirono, li vidi quando mi rialzai. E vidi anche un’altra cosa. Amea era lì. Si mordeva un labbro con espressione curiosa. Mi congedai da Izabel e dai suoi e uscii. La bella donna dagli occhi verdi mi fissò. -Notevole. Non ti si può certo rinfacciare di essere pigro, anche se sicuramente sei un guardone!-, esclamò al mio orecchio. Il suo fiato caldo pareva un richiamo. -Oh, beh. Non mi è sembrato che ti desse fastidio…-, dissi sorprendendomi io per primo della mia audacia. Normalmente avrei fatto diversamente. Lei sorrise, in modo lascivo. -Nessun fastidio… Sai, m’interessi. Non sei il classico marinaio che s’imbarca in cerca d’impiego, ...
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