La Caduta, Oltre il Confine. Sul mare
Data: 09/07/2018,
Categorie:
Racconti Erotici,
Voyeur
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... pareva intenzionata a parlare e io rispettavo la sua volontà, la rispettai sino alla sera di quel giorno quando, dopo aver mollato gli ormeggi, la nave prese a far rotta verso isole lontane. Dopo un pasto frugale: zuppa di verdure e pane, c’eravamo diretti in camera. La nostra camera era in comune, ed era già una grazia visto che molti altri membri dell’equipaggio dormivano in camere da sei e non c’era l’ombra della riservatezza. Io avevo preso possesso del mio pagliericcio con la volontà di lasciarle il letto, ma lei, appena sedutasi su di esso, mi guardò. Nel suo sguardo e sul suo viso c’erano rabbia, dolore e qualcosa che non riuscii proprio a identificare. Capii che voleva parlare. -Perché?-, chiesi soltanto. Lei parve soffrire fisicamente per quella sola parola. -Perché ti amo! Perché ti volevo per me! Perché non volevo che dovessimo fuggire sempre!-, esclamò con rabbia. Le feci cenno di abbassare la voce. -Lo so. Lo capisco, ma tu…-, sospirai. Non sarebbe stato facile spiegare, ma glielo dovevo. E lo dovevo a me stesso. Potevo sopportare il fardello di quella reliquia ma non potevo imporlo a lei. Non dovevo. Il peso era quasi insopportabile per me, figurarsi per lei. -Il coltello é… una reliquia del passato…-, iniziai. Lei scosse il capo. -L’hai già detto.-, disse. Io annuii. L’avevo già detto. -C’è un’organizzazione, un gruppo, che cerca il coltello per i suoi fini. La Cerchia, così si chiama, vuole prendere il dominio sull’Impero e se ce la farà… Non si fermeranno ...
... finché tutto il mondo non sarà sottomesso a Roma.-, spiegai. Stavolta la rivelazione parve colpire la giovane come un pugno. Io sospirai. Ripensai alla fuga dall’Impero, alle ultime parole di Socrax, a Ferius e al viaggio sino a lì. Saremmo mai stati al sicuro? -E a te non sta bene?-, chiese Fatma. Io scossi il capo. -No. Roma ha il suo Impero e guarda come siamo ridotti, a farci la guerra, a insultare gli Dei… A pretendere una gloria che forse di diritto ci venne tolta.-, risposi. -Allora perché vuoi tenerlo? È questo che non capisco!-, Fatma si avvicinò, sino a sedersi accanto a me, -Perché continuare a soffrire? Gettalo via, seppelliscilo, distruggilo!-. -Lo farei! Lo farei ora e qui, se potessi! Ma non posso, capisci? Non posso! Non posso perché così come questa lama può distruggere l’Impero, può anche renderlo nuovamente pacifico, degno di essere nuovamente avvolto dal manto benevolente degli Dei.-, le mie ultime parole siglarono un silenzio lungo. Un minuto, due. Poi Fatma sospirò. -Mi stai dicendo che se dovessi scegliere tra me e quel pezzo di metallo…-, disse nella sua lingua. Io scossi il capo. -Non voglio scegliere.-, dissi. Lei mi guardò, fisso -Potresti doverlo fare, lo sai?-, disse. Io la guardai, incredulo. -Mi stai chiedendo di scegliere tra te e il coltello?-, chiesi. Fatma mi guardò. Nei suoi occhi vedevo le avvisaglie delle lacrime prossime a esser versate. Ricordai quel che mi aveva detto Socrax.
“Porti un grande fardello, Alexander, il tramite tra ciò che ...