La Caduta. Oltre il Confine. Naufrago, cattura e fuga.
Data: 18/10/2022,
Categorie:
Sensazioni
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... esclamai. L’uomo aveva un ghigno di feroce soddisfazione. -Janus abbandonò i nostri avi su questi scogli perché essi avevano solo voluto una vita tranquilla…-, disse. Io scossi il capo, incredulo. -Janus diede una possibilità a Cassius e ai suoi! Li lasciò vivere!-, replicai, sforzandomi di instillare qualche senso di empatia e compassione in quell’uomo. -Lo fece.-, ammise l’uomo, -Forse fu un errore. Forse uccidendoli avrebbe evitato di dar vita alla nostra infelice schiatta.-. Gli occhi grigi e acquosi parevano attraversati da emozioni che non riuscivo a discernere con la dovuta chiarezza. -Fatelo anche voi… Permetteteci di andarcene! Mostratevi magnanimi e sono certo, il fato vi sarà benevolo…-, implorai. L’uomo scosse il capo. -Il consiglio ha deciso.-, rispose dopo alcuni istanti. Lo guardai uscire. Espirai appena, consapevole che la pietà non albergava nei loro cuori. -Sono cresciuti con le favole in cui Janus era il cattivo, il nemico, il bastardo che condannava il buon Cassius e i veri licanei all’esilio perenne…-, sospirò Vera. -Questo sposta ma non modifica il problema…-, dissi io. La giovane annuì. Dovevamo andarcene. Alla svelta.
Non fui sorpreso al sentire passi giungere. Il Biondo e il Calvo erano tornati. Erano soli. Bene, ma non benissimo. L’assenza dello Sfregiato li avrebbe resi spregiudicati. Vera intuì. Mi gettò un’occhiata. Lessi preoccupazione, ma anche consapevole, assoluta determinazione. Io mi alzai. -Resta seduto.-, disse il Calvo, -Oggi ci ...
... divertiamo. Chissà che non vi piaccia!-. Eruppe in uno sghignazzo demente. Il Biondo fissava Vera con lascivia palese. -Ora non c’è più nessuno a proteggervi.-, disse. -Non fatelo.-, la voce della giovane non tradiva emozione alcuna, non era una supplica. Era un avvertimento, un consiglio. Un monito. Che i due non vollero cogliere. -Io ho ancora un conto da saldare con questo sbruffoncello.-, gli occhi del Calvo mi fissarono con gioia feroce mentre si fregava le mani. -Divertiti.-, rispose il Biondo. Si rivolse a Vera Nemlia. –Tu, troietta, apri le gambe, da brava. Se ti rilassi vedrai che ti piacerà essere presa da un vero uomo.-, si massaggiò tra le gambe con un sorriso. Vera arretrò, verso il muro. -Stai lontano da lei, bastardo!-, ringhiai io. Il Calvo sorrise. -Pensa a te stesso.-, disse. Io espirai. E improvvisamente qualcosa mi balenò in mente. Fu una realizzazione istantanea, un secondo di pura comprensione. Il pugno che mi arrivò non la fermò. Mi piegai contro il muro, espirando dolorosamente il fiato rimasto nei polmoni. Il calvo rise. -Oh… coraggio! Fammi divertire, stronzetto! O Janus vi ha insegnato a dimenticare come si combatte?-, chiese. Udii un rumore di tessuti lacerati. Il Biondo ridacchiò. Parte di me orripilò. Parte di me voleva urlare, gridare e piangere. Ma un’altra parte, molto più forte, s’impose. Non l’avrei fatto. Non avrei urlato, non avrei pianto. Non più. Non c’erano più lacrime da versare, ma in compenso c’era la rabbia. E non era la pretenziosa ira ...