1. La Caduta. Oltre il Confine. Naufrago, cattura e fuga.


    Data: 18/10/2022, Categorie: Sensazioni Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... risposta.
    
    Fu poche ore dopo che venni scosso da una mano. Aprii gli occhi. Vera mi sorrideva nel buio. Mi prese la mano. Pianissimo, la passò lungo il suo fianco sino all’orlo del chitone. -Cos..?-, chiesi. Mi fece cenno di tacere. La mia mano fu introdotta tra il tessuto e la pelle, appena sopra il gluteo e la coscia, sentivo i suoi muscoli, il suo calore. L’erezione che mi venne fu naturale e mi fece improvvisamente vergongare, ma non potei impedirla. Vera, accompagnando sempre la mano, la portò sino a lato della coscia. E fu lì che capii: la mia mano non toccava più solo la sua pelle. Toccava del materiale. Duro. Metallo, rivestito da pelle. L’impugnatura di un pugnale. -Come?-, chiesi sussurrando. Lei sorrise. –Trucchetti.-, disse, -Ora zitto, la ronda.-. Io non l’avevo sentita, ma udii il passo pesante del soldato appostato fuori, era forse il famoso Citius? Vera mi abbracciò. Io improvvisamente capii che se ci avesse perquisiti avrebbe capito che avevamo quel coltello. Non potevamo rischiare. Non ancora. Vera risolse il problema: mi baciò, aggressivamente, con una passione che non avrei creduto possibile. D’istinto la strinsi, abbandonando il pugnale e risalendo con la mano. Sentii la sua lingua nella mia bocca, il suo respiro col mio, il suo corpo sul mio. Impossibile che non si fosse resa conto delle reazioni che aveva suscitato in me. -Uhm… piccioncini. Godetevela finché dura!-, disse la guardia con tono divertito. Sentimmo i passi e poco dopo era uscito. ...
    ... Aprii gli occhi. -È andato…-, sussurrò Vera mentre ci staccavamo. Io annuii. Stavo tremando e il corpo mi pareva vibrare. Il cuore batteva forte, il mio sesso era rigido e fiero. -Vera…-, iniziai. Non sapevo cosa dire. Lei annuì. -Dobbiamo fuggire. Dobbiamo fuggire stanotte.-, sussurrò. Io annuii. Ogni altra considerazione, incluso il marasma di sensazioni che provavo, il ricordo di Fatma e l’eccitazione che sentivo svanirono. Rimase solo la consapevolezza dell’adesso. Fuggire avrebbe richiesto prudenza. Evocai rapidamente i ricordi del luogo. L’ostacolo maggiore erano le palizzate che chiudevano l’insediamento da ogni alto. Eppure, dovevamo riuscire ad andarcene: sentivo che il giudizio degli anziani non sarebbe stato clemente, lo sapevo bene. Ci preparammo, cercando di non dare nell’occhio. Altri giunsero a osservarci, con curiosità alcuni e con rabbia altri. Un ragazzino mi tirò del fango. Per loro dovevamo essere una novità, i fallimentari discendenti di Janus… Quale superbo intrattenimento per loro! Non potevano immaginare… La promessa di Janus, di un regno che fosse al di là di ogni dire si era concretizzata, ma questo quella gente non l’avrebbe saputo mai.
    
    Quando imbrunì, ci fu servito un pasto diverso. Più sontuoso. C’era pesce e verdura, e acqua in abbondanza. Non facemmo complimenti. -Perché?-, chiesi. Vera non fece domande. La guardia, un uomo corpulento, sorrise. -Il consiglio ha deliberato: verrete giustiziati domani.-, annunciò. -Ma non abbiamo fatto niente!-, ...
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