1. La Caduta, atto 1. Della depravazione di Septimo Nero, del Sacrilegio e dell’Esilio di Alexander Varus.


    Data: 05/07/2022, Categorie: Racconti Erotici, Etero Incesti Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... cessassero.Aveva mal di testa. Invero stava male fisicamente. Preoccupazioni. Sua sorella, che gli déi la maledicessero!, era ancora viva e gli altri usurpatori, possano le loro ceneri essere disperse ai quattro venti e i loro nomi dimenticati!, incalzavano su più fronti.-La pace…-, mormorò Septimo mentre entrava nei suoi quartieri privati.La Guardia Palatina lo lasciò passare. Le lance a energia si aprirono per lui.-La pace.-, sussurrò. La sola parola lo faceva star male. Davvero? Era questo che doveva fare?Fare pace con sua sorella? E perché? Era lui l’Imperator per diritto. Lei, la primogenita, era stata ignorata in favor suo. Era così e lei avrebbe dovuto accettarlo, invece era fuggita in Hiberia ed aveva iniziato la sua rivolta. Aveva iniziato lei! Non si fosse ribellata…Forse neppure gli altri due bastardi acclamati dai loro legionari lo avrebbero fatto!-Pace!-, esclamò abbattendo il pugno su un tavolino, dono del Governatore Belito della Ferencia Cisalpina. Crack! il legno si spaccò e il tavolino, più opera d’arte che mobile, cedette.-Mio signore?-, chiese Asiatico. Era un giovane addetto alle pulizie di palatto, uno dei duecento. Bello, più di molti altri. Septimo non c’aveva mai fatto nulla, invero.-Va tutto bene. Portami del vino.-, disse l’Imperator. Asiatico annuì e sparì.Ritornò due minuti dopo con un calice dorato di vino rosso. L’Imperator bevve. Meglio.-Mio signore, c’é vostra sorella.-, disse Asiatico.-Mia sorella?-, chiese Septimo, confuso. Veramente ...
    ... Aristarda Nera era giunta sino a Roma? No…No, doveva essere l’altra sorella. Dursillia Exima Nera, figlia bastarda di suo padre. Si era da tempo dimenticato di lei.In realtà era anche una bella giovane per come la ricordava lui.-Sì, mio signore. Chiede di poter conferire con voi.-, disse Asiatico.-Falla entrare. E lasciaci soli.-, rispose Septimo, -E prima di andare porta altro vino, per entrambi.-.
    
    Socrax non dormì. Ghermito da ricordi orribili, si sedette e prese a pregare. Era stanco. Stanco e stravolto dalle troppe emozioni eppure il dio del sonno non gli faceva la grazia del riposo.Si mise nella postura dei Monaci Zen-Shura e cercò di centrarsi. Improvvisamente, un altro dio gli concesse il proprio dono. Vide qualcosa di orribile. Qualcosa riguardante l’Imperator!Rapidamente si levò in piedi, ignorando il dolore dovuto alla staticità e si vestì. Uscì nella notte.-Autistas!-, esclamò fermando un veicolo di publica utilitas.-Dove?-, chiese il guidatore, un grassone dal viso rubicondo.-Il Palazzo Palatino! In fretta!-, esclamò.-C’é traffico, temo.-, disse il guidatore, costernato. Socrax imprecò, cosa che non gli accadeva dalla giovinezza. Doveva muoversi! Se quello che aveva visto era vero… Oh dèi!!! Misericordia!-Ti pagherò il triplo, ma conducimi là quanto prima!-, esclamò il vecchio. Sentì il cuore dolere.“Non ancora. Non ancora, vi supplico!”, pregò. Doveva impedirlo, doveva impedirlo!Poi poteva anche crepare.
    
    Dursillia Exima Nera fece il suo ingresso nelle stanze ...
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