La Caduta, atto 1. Della depravazione di Septimo Nero, del Sacrilegio e dell’Esilio di Alexander Varus.
Data: 05/07/2022,
Categorie:
Racconti Erotici,
Etero
Incesti
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... chiuse la comunicazione. L’oloschermo rimase spento. Nessun’altro rapporto, per oggi.
-Mio signore… Ciò é ingiusto. L’Impero soffre di questa guerra e tua sorella, sebbene sicuramente povera di possessioni e terre, gode del favore del popolo e delle sue Legioni. Forse dovresti considerare l’ipotesi di estenderle una mano, certamente l’Impero ne beneficerebbe, o Augusteo.-.A parlare fu il mio maestro. Socrax. Questi era uomo pragmatico, altero ma dal viso scavato dalle privazioni. Filosofo di vecchio stampo e sacerdote al servizio degli Déi antichi tra cui, preminente nelle sue devozioni, vi era Gnosis, Dio della Conoscenza.Precettore dell’Imperator sin dalla sua più tenera età, era il solo nell’aula a osare dargli del “tu”.-Invero, forse dovrei, Socrax.-, ponderò Septimo con un ghigno, -Ma solo se la mia tanto caritatevole sorella sarà così umile da fare il primo passo.-.Era una trappola e lo sapevamo tutti: Aristarda Nera era tutto fuorché umile.Era stato l’orgoglio a convincerla a disconoscere la legettimità del fratello. Non si sarebbe mai piegata, mai. Tuttavia, Socrax non cedette.-Imperator, ti prego. L’Impero langue in questo stato deplorevole da ormai ben due anni. I nemici si ammassano alle frontiere, il popolo soffre e noi sprechiamo risorse in guerre che si potrebbero evitare…-, disse, -Son certo di non essere il solo a volere la fine di questo periodo di militante anarchia.-. Si guardò attorno. E come per magia, un senatore si alzò. La pelle scura, quasi nera, ...
... lo classificava come un discendente del popolo dei Cimanei.-Io, Attio Publio Levansio mi dichiaro concorde con Socrax Justiniano Severio.-, dichiarò.-Anche io.-, disse una voce di donna. Costei era Julia Quinta Maximinia, una nobildonna ascesa alla porpora senatoria grazie agli influenti amanti e ai soldi.Nessun’altro disse nulla. L’Imperator sorrise, beffardo.-Invero, ben pochi vedono il vantaggio della pace! Questa guerra é giusta. L’Imperator dev’essere uno solo. Non vi possono essere diarchie o triarcati o altre forme di governo comune. Io sono l’Imperator, io sono Roma. E voi sapete bene che é così. E schiaccerò qualunque pretendente, sia esso mia sorella, mia madre o un perfetto estraneo!-, esclamò.-Imperator… In verità ti dico che nessun regno ha mai tratto beneficio alcuno da lotte intestine se non indebolimento e decadenza.-, disse Socrax. Gli occhi dell’Imperator si piantarono in quelli del vecchio uomo, che non indietreggiò né esitò.-Come gli antichi sostenevano… c’é sempre una prima volta. Ma sicuramente, io veggo che ti tremano le mani, o nobile anziano.-, ribatté. Si avvicinò con fare affabile. Mi spaventò quella vista.Pensai che non avrebbe osato, che non avrebbbe ucciso o decretato la morte di Socrax.Avevo ragione: non lo fece. Gli posò paternamente una mano sulla spalla.-Questi dibattiti politici sono sfiancanti per me, quanto sfibranti debbono essere per te, mio sommo insegnante!-, esclamò dolente. Notai che però i suoi occhi ridevano.Mi sentii male. Avevo ...