1. La Caduta, atto 1. Della depravazione di Septimo Nero, del Sacrilegio e dell’Esilio di Alexander Varus.


    Data: 05/07/2022, Categorie: Racconti Erotici, Etero Incesti Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... davanti un uomo che non avrebbe mai ceduto, che non si sarebbe arreso. Che avrebbe stretto le redini del potere sino alla morte a qualunque costo.-In tutta onestà, Augusteo…-, iniziò Socrax. L’Imperator strinse appena la spalla, provocando un dolore fugace al vecchio e costringendolo a tacere.-In tutta onestà, Socrax, io ritengo che tu ti sia guadagnato il diritto di ritirarti a vita privata nella tua villa di Pons Milvio.-, ci fu un altro sorriso, -E ritengo che quanto prima lo farai, meglio sarà.-.L’assemblea ammutolì. Socrax fissò l’Imperator con un certo disprezzo, misto a sofferenza.-Imperator, io mi ritirerò. Ma ti prego di prestare orecchio alle mie parole: l’uomo che si eleva sui suoi simili invero cade da altezze ben maggiori dei suoi sottoposti. Ti prego e ti scongiuro: cerca la pace con tua sorella. Negozia una tregua con i pretendenti eletti dall’Esercito.-, mormorò.L’Imperator sorrise e strinse di nuovo la spalla di Socrax.-Farò ciò che va fatto.-, disse. Si voltò. Socrax mi vide tra la folla che osservava l’assemblea.Capimmo entrambi, con un solo sguardo che pensavamo la stessa cosa: Septimo Nero, Imperator per diritto di nascita era ormai fuori da ogni controllo.Socrax si alzò e marciò verso l’uscita, i venerabili anziani che si alzavano per fargli spazio.-Imperator, vi sarebbe la questione dei tributi provinciali… La guerra civile ha reso l’erario molto povero.-, disse il Senatore Mitusio Kenax. Costui era di nuova nomina, furbo e scaltro come ...
    ... pochi.-Svaluteremo la moneta imperiale. Ciò ci permetterà di arginare la crisi. Ne conieremo di nuova con l’acciaio preso dalle armi e le armature dei nostri nemici morti!-, dichiarò.Vi furono moderate ovazioni. Io mi affrettai a uscire.
    
    Socrax camminava lungo la via. La schiena, prima dritta era ora curva, sotto il peso di quella che a tutti gli effetti era stata una sconfitta, l’ultima battaglia persa per ridirigere l’Impero verso una pace e la tranquillità per cui quell’uomo pregava gli déi da anni.-Socrax.-, mi affrettai al suo fianco.-Alexander. Hai visto?-, chiese. Annuii.-Come debbono adirarsi i nostri fondatori! I loro sacri valori umiliati da folli e maniaci, da omuncoli indegni dell’Alloro Imperiale!-, esclamò. La gente lo fissò ma nessuno disse nulla.-Lo so. Ma non possiamo fare nulla. Solo pregare che gli Déi abbiano misericordia.-, dissi.-Li prego ogni giorno… Ma non vi é risposta. Vuoi un consiglio, mio alunno?-, chiese Socrax.-Ti prego.-, dissi io. Lui sorrise, tristemente.-Vattene. Lascia Roma, lascia l’Impero. Vattene. Appena puoi.-, disse.-Dove?-, chiesi io, inorridito dall’idea di lasciare la mia patria, i suoi valori, ciò che mi rendeva fiero e lieto del mio lignaggio e del retaggio dei miei avi.-Dove vorrai, il mondo é invero vasto. Ma vattene poiché l’Impero é condannato.-, rispose Socrax.-Maestro…-, mormorai io. Sentii le lacrime agli occhi. Guardai Roma, stupenda e bellissima attorno a me. Mezzi civili e militari che partivano e tornavano. Terrestri, navali e ...
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