Un’estate con Marina
Data: 28/10/2021,
Categorie:
Lesbo
Autore: Capitan_America, Fonte: RaccontiMilu
... trattenuto. Al centro del cortile avevano messo insieme una pira, ammucchiando in cerchio una serie di pali di legno. Ho sentito il bisogno di tornare in casa per bere un bicchiere del liquore alle spezie. Guardavo continuamente verso la porta sperando di vederle entrare da un momento all’altro. Non è stato così. Mi sono addormentata di fianco al camino, seduta sul pavimento con le ginocchia tra le braccia. Il calcio del fucile rompeva lo specchio picchiando furiosamente contro le ante dell’armadio. Marina mi stava abbracciando in lacrime, il suono di un telegrafo ha coperto quello dei colpi contro l’armadio e ho iniziato a strangolarla. Mi sono svegliata di soprassalto, il fuoco era ormai quasi spento, la stanza illuminata soltanto dalla luce della luna. Stavo per mettermi a cercare il libro con la copertina rossa nel cassetto del tavolo in cucina, quando mi è venuto in mente che forse le avrei trovate nel cinema all’aperto. Sono passata davanti allo specchio, prima di uscire. Non volevo vedermi riflessa, ho girato la testa da un’altra parte. Entrata nel cinema ho riconosciuto subito l’uomo con il giubbotto di pelle, seduto in prima fila come le altre volte. Ero sicura che la persona di fianco a lui fosse Marina. Aveva la testa appoggiata alla sua spalla. Nella fila dietro di loro ho visto la ragazza bionda con lo strano accento. Guardava il film seduta con le gambe accavallate, era completamente nuda. In braccio teneva un maialino, mentre lo accarezzava dolcemente mi ha ...
... strizzato l’occhio. Mi sono avvicinata all’uomo seduto vicino Marina, la donna con gli occhiali a specchio era seduta sui talloni di fronte a lui, gli stava succhiando il cazzo. Ha alzato lo sguardo verso di me. “Il cervo va preso con un colpo solo, altrimenti non è leale”. In quel momento l’uomo con il giubbotto di pelle le è venuto in faccia. Le sue labbra si sono distese in un sorriso, mentre si leccava lo sperma che colava dagli occhiali da sole. Ho avuto l’impulso di andarmene, solo che dietro di me la ragazza con la bambolina di Topolino camminava nuda al centro del corridoio, muovendosi lentamente con le ginocchia rigide e le braccia protese in avanti. Mi sono affrettata a sedermi di fianco a Marina. Fortunatamente il seggiolino vicino al suo era libero. Rannicchiata contro la sua spalla speravo di passare inosservata. “Questo è quando ci siamo conosciute. Ricordi?” “Sì”. Ero nuda in camera da letto, sembravo sul punto di piangere. Guardavo la neve fuori dalla finestra. Forse Marina era in strada, ero convinta che fosse quello il motivo per cui mi sentivo triste. La stavo guardando dalla finestra mentre mi lasciava sola. Nella scena successiva i nazisti incendiavano una pira come quella che avevo trovato sul retro della casa, gettandovi sopra dei libri. Uscivo di casa per cercarla, ancora nuda. Le strade erano deserte, camminavo a lungo sotto la neve prima di trovarla. Mi fissava da dietro la vetrina di un negozio. Sono andata verso di lei, la vedevo allontanarsi dietro ...