Un’estate con Marina
Data: 28/10/2021,
Categorie:
Lesbo
Autore: Capitan_America, Fonte: RaccontiMilu
... nuovo verso l’uomo con il sigaro, ma quella con gli occhiali a specchio ha aggiunto: “Con lui perdi tempo. Guarda sempre lo stesso, il suo preferito: Gli Aristogatti” “Se tanto mi dà tanto, io godo e me ne vanto”. Ha confermato lui. “Un computer non è in grado di elaborare un’immagine di sé. Per questo sappiamo che non possiede una coscienza. Tuttavia, come possiamo esserne sicuri se non siamo in grado noi stessi di stabilire che cosa sia la coscienza? Non è possibile conciliare l’individuo e la collettività. Se non trovi qualcuno che faccia da tramite non riuscirai mai a lasciare quest’isola”. Mi ha messo una mano sotto il vestito, la ragazza seduta dall’altro lato ha fatto lo stesso. A quel punto ho ripreso a guardare il film e mi sono addormentata sommersa da una piacevole malinconia.
Quando mi sono svegliata avevo la sensazione di essere sola in casa. Sono scesa in cucina dopo essermi vestita, ho cercato Marina in giro per casa, ma non sono riuscita a trovarla. C’era qualcosa di strano in quella stanza, ancora non avevo messo a fuoco di cosa si trattasse. Ho visto la borsa appesa all’appendiabiti, le stuoie erano al loro posto al suo interno. L’ho afferrata al volo e sono uscita, volevo trovare Marina. Una voce nella mia testa ha urlato: l’orologio! Ci stavo pensando mentre cercavo Marina sulla spiaggia, ero quasi sicura che l’orologio senza lancette appeso in cucina fosse sparito, sostituito da un grosso specchio ovale. Uno di quelli in cui ci si può specchiare per ...
... intero. Non sono riuscita a trovarla da nessuna parte, stavo per rincasare quando l’ho vista sul molo. Era seduta su uno scoglio, nel punto più distante dalla spiaggia con lo sguardo fisso verso il mare aperto. Mi sono incamminata per raggiungerla, ma proprio in quel momento lei si è alzata e mi è venuta incontro. “Pensavo fossi sparita anche tu, mi hai fatto preoccupare.” “Non credere sia così facile andarsene di qui. Torniamo indietro?” “Penso di essere stata in un cinema ieri sera, ma non riesco a capire se ci sono stata veramente o se era parte di un sogno.” “Ti senti bene? Vuole sapere se ti senti bene.” “Sì, ho solo fatto un brutto sogno, tutto qua.”
Dopo pranzo ci stavamo annoiando, non sapevamo come passare il pomeriggio. Abbiamo fatto l’amore sdraiate nella veranda, ma non riuscivo ancora a smettere di pensare a quello strano sogno. “Non ti va? Non capisce che ti prende”. Ricordavo benissimo quel giorno e il cane. Non ricordavo più il suo nome, ma sapevo che era rimasto con noi per lunghissimo tempo. Cercavo di non pensarci, mi avrebbe messo di cattivo umore. Per distrarci le ho proposto di salire in soffitta e metterci a rovistare in quei vecchi scatoloni accatastati nel sottotetto. Abbiamo passato alcune ore tra giocattoli rotti, disegnini ritagliati per essere usati come bambole e oggetti di ogni tipo. In una scatola da scarpe abbiamo trovato delle foto, una mi ha colpito in particolare. Era una foto di classe, sembrava scattata negli anni ’60. Un gruppo di ...