Un cattivo compleanno (Completa)
Data: 25/08/2021,
Categorie:
Masturbazione
Prime Esperienze
Tabù
Autore: revius, Fonte: xHamster
... fenomeno con la chitarra! Ma perché Marco lo ha portato?". Eppure non davo fastidio a nessuno; mi ero messo anche gli occhiali da sole per non soffrire delle luci troppo forti. Che cazzo volevano da me?
Passò poi Marco. Finalmente si era degnato di parlarmi. Era completamente esaltato e un po' bevuto; mi scuoteva affettuosamente la spalla domandandomi se mi stessi divertendo e altre idiozie del genere; io, per non preoccuparlo, gli dissi che avevo tracannato troppo e che stavo bene così. Effettivamente ero perso e non vedevo l'ora di andarmene da quella campagna maledetta. Quando finalmente tutti decisero che era finita, si erano fatte ormai le due di mattina e io non avevo parlato con nessuno.
Da questo momento, iniziò la parte strana della serata. Il signore che ci riaccompagnò a casa, ci lasciò presso la casa del mio amico. Abitando vicino, avrei dovuto fare poche centinaio di metri per tornare al mio letto. Comunque ci mettemmo a chiacchierare, ma dopo poco mi disse: "Dài, vieni a dormire da me, ti ospito io, è così tardi!". La sua voce aveva il tono della esaltazione isterica; gli occhi spiritati. Io gli rispondevo che no, volevo tornare a casa mia per dormire in santa pace. Ma lui insisteva, tantissimo, che dovevo dormire da lui. Forse la birra gli aveva fatto l'effetto del caffè, come a volte succede. E tanto disse, tanto fece che, per rispetto al suo compleanno, acconsentii.
A casa sua dormivano tutti. Al buio, seguendolo, arrivammo alla sua cameretta. ...
... Chiusa poi la porta alle nostre spalle, accese l'abat-jour. "Puoi dormire qui.", disse, tirando fuori un materasso da sotto il suo letto che era concepito per nascondere un secondo posto grazie a un meccanismo. Poi disse: "Io vado a lavarmi perché puzzo di tutto, ahah!" e infatti eravamo puzzolenti di fumo, spumante, legno bruciato e tutto quello che riserva una festa in campagna. Intanto mi ardeva la gola e gli chiesi di poter fare anche io una doccia per riprendermi. Lui ovviamente disse sì. Così, a turno, facemmo la doccia e io in particolare bevvi molta acqua, perché ero disidratato.
Tutte queste pratiche ci portarono via una mezz'oretta e avevamo davvero voglia di andare a dormire. Dopo la doccia io rimasi con le mutande e lui si mise un pigiama estivo a maniche corte e pantaloncini, un po' buffo, che giudicai non adatto alla sua età. Sul tavolino della scrivania aveva una consolle e gli chiesi se potevo fare una partita ad un gioco che mi piaceva tanto. Lui, ridendosela, disse: "Fai pure, intanto io mi stendo!". In realtà feci solo una partititna, inframmezzata da domande su come fosse andata la festa. Lui rispondeva a monosillabi, quasi sfatto dal sonno. Vedendolo in quelle condizioni decisi di chiudere la consolle e di stendermi anche io sul mio cantuccio a destra di Marco ma non prima di aver spento la luce della abat-jour.
La notte pareva paralizzata. Da fuori, attraverso la tapparella abbassata, filtrava la luce lunare che rischiarava il cielo. Un cielo da lupi ...