1. Startrail con Dolomiti – 6


    Data: 03/07/2021, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Etero Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu

    ... ubriaco, però, non esisteva, quindi non poteva essere lì fuori a bussare, giungendo alla conclusione di non andare ad aprire. Evidentemente, però, chi si trovava dall’altra parte non era della stessa opinione e colpì con maggiore forza e, direi, impazienza, come se fosse stato qualcosa di vitale. Come se fosse divampato un incendio e qualcuno fosse venuto ad avvisarmi. In realtà non ho idea di come si comporti il personale di un albergo nel caso stesse andando tutto a fuoco, ma immaginai che sarebbe stato più intelligente usare un allarme che mandare qualcuno a bussare ad ogni porta per avvisare singolarmente ciascun cliente. Beh, non sarebbe stato male trovarsi davanti la cameriera dei giorni precedenti, ammisi, speranzoso, mentre attraversavo la stanza. Magari in un momento di pausa, venuta qui a consolarmi perché me ne stavo per andare e desiderosa di assicurarsi che avessi un bel ricordo della permanenza. Questo sì che mi avrebbe spinto a tornare di nuovo, mi dissi sogghignando… Appoggiando la mano sulla maniglia e ruotando lo sblocco della serratura, con una punta di rammarico mi passò per la testa che quello dall’altra parte avrebbe potuto essere invece Lucio, che voleva ricordarmi che stava scadendo il tempo utile per la nostra scommessa… No, in realtà era la sua scommessa, visto che non l’avevo mai accettata. E se invece avessi trovato Emma, tornata da me? Ormai incuriosito di scoprire chi ci fosse lì fuori, aprii la porta. La sorpresa mi mozzò il fiato. Il trucco ...
    ... di Gala era distrutto dal pianto che aveva anche arrossato i suoi occhi, rendendoli dello stesso colore dei suoi capelli. Singhiozzava sommessamente e mi fissava, incerta su cosa dire, o forse temeva che la sua voce sarebbe stata resa roca dal groppo che aveva in gola. Restammo qualche secondo uno davanti all’altra; io, all’inizio, troppo sorpreso per prendere l’iniziativa, ma infine mi spostai da una parte della porta e le feci segno di entrare. – Non restare lì fuori – le dissi, piano, con quel tono che stemperava l‘ordine che trasudava dalle parole in un consiglio che non si poteva rifiutare. La ragazza tirò su dal naso, poi avanzò con le spalle basse nella mia camera, priva dell’alterigia che aveva caratterizzato ogni suo gesto nelle precedenti occasioni in cui l’avevo vista. Credetti avesse sussurrato un “grazie”, ma il suo tono di voce fu troppo basso per esserne certo. – Siediti sul letto – le proposi, andando in bagno e tornando un attimo dopo. La trovai appoggiata sul ciglio del materasso, floscia come un sacco vuoto, la testa china in avanti quasi stesse fissando l’inferno sotto le sue scarpe costose. Era sempre apparsa come una vanesia prepotente e arrogante, ma in quel momento mi sembrò una bambina che avesse appena avuto una feroce lavata di capo per una grossa marachella. Mi accosciai davanti a lei. Un leggero profumo fruttato che non riconobbi sembrava avvolgerla come uno di quei campi di forza che comparivano nei romanzi di fantascienza, ma sembrava non avesse ...
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