1. Probo, amico mio (col cazzo enorme)


    Data: 14/06/2021, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: pato3, Fonte: Annunci69

    ... aveva imboccato una secondaria e dopo un chilometro, un altro chilometro di strada sterrata. Arrivammo in un deposito abbandonato, conosciuto per essere luogo ideale di sesso in macchina. O fuori dalla macchina, come nel nostro caso: eravamo in troppi per stare dentro la macchina. La signora si stese sul sedile e dalla portiera di destra entrai io, pronto a scoparla, subito dopo aver indossato il preservativo; dalla portiera sinistra entrò Probo, col cazzo duro in una mano e pronto con l’altra mano a spogliare Mina.
    
    A bassa voce, disse: “Chiamami ancora troia”. Sembrava la voce della signora al supermercato che ti invita a superarla perché tanto ai solo due cose e lei non ha fretta. Invece se ne stava a pancia in su e gambe aperte sulla vecchia macchina di due ragazzi che in due forse non facevano la sua età. Se ne stava sdraiata sulla schiena e Probo le alzava il vestito. Io ero entrato ma stavo fermo per vedere il vestito che lentamente si alzava e mi mostrava di nuovo quei seni stupendi.
    
    “La vedi?”, chiese Probo, che intanto le aveva coperto la faccia col vestito. “È una vera troia”. E lei miagolava.
    
    Ripensai al bagno turco. Lei era timida, indecisa, insicura. Adesso voleva farsi chiamare troia. E non sapevo nemmeno perché.
    
    “Fai così con tuo marito?”, chiese Probo mentre le metteva il cazzo in bocca e le strizzava un seno.
    
    Lei fece no con un dito e lui le prese la mano e sollevò anche il mignolo, facendo le corna. Lei sorrise e alzò entrambe le mani con ...
    ... il simbolo delle corna.
    
    “Il cornuto!”, esclamò Probo. “Sarebbe contento di vederti così?”.
    
    Mina fece no con la testa.
    
    “Giriamola, ‘sta troia”.
    
    Mina si mise a pecorina e io continuai a scoparla, mentre Probo continuava a dire oscenità e a sbatterglielo sul muso. “Aprila bene, che poi devo entrare io. Con questo cazzone! Ti piace questo cazzone?” e ‘paf’, ‘paf’, glielo sbatteva sulle labbra. Lei continuava a gemere e a dire di sì.
    
    “Sai che mi ha detto prima?”, mi chiese Probo. “Ha detto che…dille cosa hai detto!”. Lei chiese di essere più specifico, ma lo chiese con un altro gemito. “Come ti piace essere trattata?”.
    
    “Da troia”, rispose mormorando.
    
    “Sì, ma anche sculacciata vero?”
    
    “Sì”, ridendo.
    
    “Forte?”
    
    “Sì”, ridendo.
    
    “Quanto forte? Me l’ha detto prima!”
    
    “Quante cose vi siete detti mentre aspettavo!”
    
    “Tanto forte!”
    
    “Di che colore lo vuoi quel culo”
    
    “Rosso”
    
    “Tanto tuo marito non lo vede, vero?”
    
    “No”
    
    “Il cornuto!”
    
    “Il cornuto…”, ripeté. Ma che le aveva fatto per trasformarla così?
    
    Uscii dalla figa e le aprì le labbra e il culo con le mani per metterci di nuovo la faccia in mezzo, un momento, come un bacio preparatorio. Mi misi alla giusta distanza per dare uno schiaffetto ben assestato.
    
    “Di più”, disse Probo.
    
    Un altro.
    
    “Di più”, disse Probo.
    
    Un altro, come prima.
    
    “Di più!”, gridò lei. “Di più, di più”
    
    Più forte.
    
    “Di più”, ancora lei.
    
    Più forte. “Troia!”, dissi.
    
    “Sì, sono troia. Di più! Di ...
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