1. Beyond the White: Indian Target


    Data: 10/05/2021, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... annuì al nulla mentre gli agenti si preparavano a sbaraccare. -Non proprio.-, ammise la donna, -Hanno preso l’USB e il bracciale del V.I.P.-. Dall’altra parte della linea vi fu silenzio. Un silenzio immane. -Agente. Lei e la sua squadra preparatevi a lasciare Mumbai. Ora. Dobbiamo ritrovarli. Ricerca ad ampio spettro, massima priorità.-, fu la sentenza. La donna confermò. Chiuse la chiamata. -È brutta come temo, vero?-, chiese Arjun. La donna quasi non si accorse della mano che l’uomo le aveva messo sulla spalla. Annuì. Perché quell’assassinio da solo era puro caos, ma quelle informazioni. Potevano concretamente annichilire ogni speranza di normalità e pace. -La testimone?-, chiese un agente della polizia. La giovane tremava in un angolo, ammanettata. La donna non degnò l’agente di uno sguardo. –La portiamo con noi.-, decretò.
    
    Shaibat arcuò la schiena, tendendosi in un tentativo di lenire il disturbo dovuto alle cinque ore in furgone. Ultima fase di un calvario iniziato al villaggio di Harfasi, abbandonato a dorso di cammello con il beneplacito di Harif e accompagnati da una guida locale. Armi nascoste. Prima fermata a Rhemad, un villaggio appena accettabile al limitare delle Aree Tribali di Confine. Passaggi di rupie. Un pasto rapido, fornitura d’acqua e un’ancor più rapido cambio di armi. I pezzi grossi spariscono. Horst e Neroko cambiano armi con roba più compatta e occultabile. Il loro contatto, un ex militare dei servizi pakistani non fa domande. Accetta i soldi e ...
    ... via. Neanche due ore di riposo, per poi riprendere su ruote. Con un 4×4 sgangherato fino a Quetta. Pieno e un pasto rapido. E poi un’altra 4×4. Frank Horst alla guida, fino a Bahāwalpur. Fermata, tre ore di riposo neanche troppo ristoratrici. Cibo a malapena digerito e partenza di nuovo, stavolta a bordo di un furgone. Cambio finale a Lahore. Viaggio massacrante. Doccia lampo, un pasto finalmente decente, presa di contatto con il loro ufficiale doganale che, in cambio di una mazzetta non si fa problemi a far loro oltrepassare il confine. Un carico di M4 Armlite e relative munizioni, insieme a un’altra mazzetta convince i soldati indiani a desistere da perquisizioni. Arrivano ad Amristar dopo l’ennesima tratta in furgone. Shaibat cercò di lenire il dolore. Troppo tempo seduta, troppi scossoni, troppe piste che parevano dimenticate dagli dei e dagli uomini. Troppe buche, troppo poco cibo e troppi sedili risalenti ad epoche in cui la parola comfort appariva blasfema o trascurabile. In una parola: dolore. Gettò un occhio agli altri. Parevano altrettanto stanchi. -Per oggi ci fermiamo.-, decretò Shaibat. -Dove?-, chiese Neroko. Lo chiese di malumore. Era evidente la sua preoccupazione. -Ho un posto. Cerchiamo di riposare. Arrivare dai nostri compagni in pessima forma non gioverà a nessuno.-, disse la thai. Neroko annuì, pur apparendo contrariato. Horst gli mise una mano su una spalla. Miryam Goldmann, altra donna della squadra, si guardava intorno. Annuì dopo qualche minuto. Nessuna ...
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