1. Lo stipite del letto


    Data: 14/04/2021, Categorie: Etero Autore: RaccontiSparsi, Fonte: Annunci69

    ... ragazzo poggiandosi contro il polpaccio.
    
    A Giovanni appariva sempre meno lucida. Parlava guardando nel bicchiere, poi lo fissava coi suoi occhi azzurri e ridacchiava tra se per tornare a dare una sorsata e continuare il discorso. E intanto non cessava il contatto tra le loro gambe, ma anzi, continuava a riposizionarsi facendole così strusciare tra loro.
    
    Il ragazzo sospirò per schiarirsi i pensieri, e si avvicinò con la sedia, intenzionato a chiederle perché si stesse riducendo così. «Chiara?».
    
    Chiara rigirò la cannuccia nel bicchiere, «Si Giò?».
    
    «Senti, volevo sapere perc…» ma le parole gli morirono in bocca di fronte a una nuova sensazione.
    
    La punta del piede di lei, avvolta dalla calza, si infilò tra le sue cosce andando a premere contro la patta di lui.
    
    “Ma quando si è sfilata la scarpa?” tra i vari pensieri stupiti che il ragazzo elaborò ci fu, per qualche ragione, anche questo.
    
    Giovanni fissò Chiara negli occhi e lei di rimando gli sorrise reggendosi il mento col dorso della mano mentre l'altra rigirava la cannuccia nel bicchiere.
    
    Il ragazzo rimase spiazzato e ammutolito dal gesto di lei, che continuava a strusciare il piede tra le sue gambe e cercava la forma del suo membro attraverso i jeans. La mancanza di una qualunque reazione fu dovuta in parte al fatto che non si aspettava un tale gesto, ma soprattutto a causa del sangue che avrebbe dovuto portargli l'ossigeno al cervello e che invece si era impantanato in periferia congestionando il ...
    ... traffico e causandogli una poderosa erezione la quale, se non fosse stato per la cintura, avrebbe potuto portare a un brutto incidente fuori dai suoi pantaloni.
    
    I due ragazzi rimasero così a fissarsi per diversi minuti. Il mondo di Giovanni si era contratto bruscamente riducendosi ai soli occhi che lo fissavano e a quel piede che lo accarezzava tra le gambe.
    
    Solo quando la mano di Chiara arrivò a sfiorare la sua ci fu uno sblocco, «Chiara, che cosa stai facendo?» disse sottovoce.
    
    «Niente Giò, niente...» l'alluce aveva trovato il punto dove jeans, mutande e la calza di lei la separavano dalla cappella turgida di lui, «Se ti do fastidio dimmelo…».
    
    Giovanni sospirò, un turbine di possibilità e motivazioni passò attraverso la sua mente, turbinanti e quindi difficili da mettere a fuoco, soprattutto per via dell'alcool al quale aveva ingenuamente creduto di poter resistere.
    
    Da tutto questo, unito al ricordo dell'atteggiamento di lei in passato, ne venne fuori un leggero moto di rabbia. Così si alzò dalla sedia, prese i soldi e li gettò teatralmente la sua parte del conto sul tavolo. Quando alzò gli occhi si ritrovò Chiara in piedi di fronte a lui. Fece per andarsene, ma lei lo bloccò prendendolo per un braccio. Cercò, allora, di scostarsi e andarsene con un “Ciao!” ma le sue parole vennero ricacciate da un paio di calde labbra schiacciate contro le sue e una lingua ardente che gli si infilò in bocca.
    
    Chiara schiacciò le sue forme provocanti contro di lui baciandolo con ...
«12...456...9»