1. Disavventura notturna (edm.20)


    Data: 04/03/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Fab80, Fonte: Annunci69

    ... pettorina gialla avanzare velocemente verso di noi.
    
    Sta evidentemente facendo il suo allenamento mattutino: faticosamente mi alzo in piedi spronando anche Eugène a fare altrettanto.
    
    Il runner è ormai a 200 metri, non possiamo urlare a causa del bavaglio ma saltellare quello sì. In fondo il viale non è poi così lontano. Non potendo muovere i piedi ci mettiamo a saltellare come improbabili canguri: percorrere la breve distanza tra la panchina e il viale mi costa uno sforzo immenso: il cuore mi balza in gola ma nonostante ciò, accomunati dai medesimi legacci, riusciamo ad arrivare al viale proprio mentre sopraggiunge il podista mattutino.
    
    Crollo a terra trascinandomi dietro Eugène poi non ricordo più nulla.
    
    Quando riapro gli occhi fatico a riconoscere che siamo, Eugène è nel letto a fianco al mio, in una stanza d'ospedale. Le pareti sono bianche fatta eccezione per la parte inferiore dipinta con una vernice grigia di quelle lavabili simile al colore del linoleum del pavimento. A parte un leggero giramento di testa e un forte bruciore ai polsi e alle caviglie sto bene: sento però una gran fame.
    
    "Finalmente ti sei svegliato! Era ora!"
    
    "Ohi Eugène, come stai?"
    
    "Ce la siamo passata brutta, ma per fortuna siamo qui. Siamo stati ricoverati per ipotermia ma nulla di grave: ci hanno tenuti in osservazione e tra poco ci dimettono... "puff" liberi come l'aria. Il pronto soccorso ha avvisato il commissariato di zona, vogliono vederci oggi per la denuncia. Dai alzati e ...
    ... vestiti!"
    
    "Ho fame! E poi con cosa mi vesto?"
    
    "L'azienda sanitaria ci ha gentilmente donato delle tute: trovi la tua sul comodino. Quanto al cibo ecco qui il mio vassoio, io ho lo stomaco chiuso e non ho toccato nulla!"
    
    Dolorante, a piccoli passi, vado in bagno: camminare mi da una sensazione irreale e quando mi guardo nello specchio stento a riconoscermi talmente sono profonde le occhiaie e affaticata, quasi spenta, l'espressione del viso. Indosso la tuta che con la righina laterale bianca su fondo nera pare provenire, senza passare dal via, direttamente dagli anni '70 così come la parte superiore striminzita e aderente.
    
    Il cibo fa schifo ma lo mangio senza tante sottigliezze: avrò bisogno di una buona dose di energia per affrontare il resto della giornata.
    
    "Ci prendiamo un caffè alla macchinetta?" chiedo alla fine del lauto pasto
    
    "Si e con quali soldi?"
    
    La sua semplice domanda mi fa sbattere contro la brutale verità dei fatti: non abbiamo documenti, soldi, chiavi, cellulare. Niente di niente. Ecco perché urge fare denuncia al più presto.
    
    Le riflessioni sono interrotte dall'arrivo di una giovane dottoressa: "Bene ragazzi: le analisi sono a posto, ecco qui il verbale di dimissioni con le prescrizioni al curante. Nulla di che: tanto riposo e una bella cura ricostituente. Andate e fate attenzione quando andate in giro la notte!"
    
    "Dottoressa: posso chiederle un favore?"
    
    "Dica"
    
    "Ci offrirebbe un caffè?"
    
    "Volentieri: su prendete le vostre cose e ...