1. Troia per caso


    Data: 07/02/2021, Categorie: Etero Autore: leius06, Fonte: Annunci69

    ... e a turno mi ricoprirono completamente di sborra. Ma non era finita. Dopo essere venuti ripresero a toccarsi, stavolta riempiendo una ciotola. Quando anche l’ultimo raggiunse l’orgasmo me la porsero: “Bevila tutta, troia”.
    
    Continuò così ancora per mesi, fino alla notte di Capodanno. L’avvocato mi annunciò che avrei dovuto raggiungere i miei ‘clienti’ per l’ultimo incontro in una villa fuori città. Mandarono un’auto a prendermi. Stavolta erano presenti tutti. Venti uomini dai 35 ai 75 anni d’età. La serata iniziò alle 20 e finì solo all’alba del giorno dopo. A turno mi scoparono tutti. E tutti mi vennero dentro. La mattina l’autista mi riaccompagnò a casa. Avevo la fica in fiamme. Essere penetrata da venti cazzi in una sola notte non era una passeggiata. Rimasi a letto tutto il giorno di Capodanno nel mio attico extralusso. L’avevo pagato caro, ma ora era mio.
    
    Passarono mesi. Avevo ormai trent’anni ed ero diventata un’avvocata in carriera, quando sul mio profilo Facebook ricevetti il messaggio di un uomo: “Ti ricordi di me?”. Guardai la foto ma non lo riconobbi: “Chi sei?”. L’uomo che mi aveva scritto non era bello, anzi. Magrissimo, occhiali, stempiato. “Sono Paolo”. Non potevo crederci. Mi tornò alla mente la sega nei bagni del liceo, poi il pompino nella sua cameretta con la madre che entra improvvisamente e mi sorprende col suo cazzo ancora in bocca. Non lo sentivo dai tempi della maturità.
    
    Cosa voleva da me? Paolo mi chiese di vederci per un aperitivo in un ...
    ... noto bar del centro il giorno dopo. Non avevo alcun motivo per accettare il suo invito, ma la curiosità vinse su tutto. Quando lo vidi mi sembrò ancora più brutto che in foto. Superati i convenevoli di rito chiesi a Paolo i motivi di quell’invito. Arrossì e abbassò lo sguardo. Mi spiegò che negli anni aveva spesso ripensato a quello che c’era stato tra noi. Non mi aveva mai dimenticato, anche perché di fatto non aveva avuto altre donne. Era vergine.
    
    Capì molto presto cosa stava per chiedermi ed ero pronta a dirgli di no. Paolo però allungò un assegno in bianco sul tavolo: “Fai tu la cifra”. Mi bastò guardarlo e leggere la voglia di me nei suoi occhi per cambiare idea. Prendemmo appuntamento per il sabato sera della settimana successiva. Mi presentai a casa sua, un elegante appartamento non molto distante dal mio, intorno alle 19. Abito nero poco sopra il ginocchio, molto aderente. Calze velate, tacco 12, trucco leggero. Paolo fu come sempre un vero gentleman. Mi fece accomodare sul divano, sorseggiamo un ottimo brandy finché non allungò le mani sulle mie cosce infilandole velocemente sotto il vestito. Ci baciammo per la prima volta mentre la mia mano scendeva per sentire il suo cazzo. Era già duro.
    
    Abbassai la zip e mi inginocchiai davanti a lui. Dopo tanti anni avevo di nuovo il suo cazzo a pochi centimetri dal mio viso. Lo guardai negli occhi, sorrisi e lo presi in bocca. Lo succhiavo e ripensavo al pomeriggio nella sua cameretta. Ma ora era un uomo. Paolo ora voleva di ...
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