Diritti d'autore - 2
Data: 31/01/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
... dei capelli, i tratti del volto, il torace morbidamente plasmato… tutto gli richiamava alla mente un passato lontano, in cui la bellezza virile era seducentemente valorizzata, tranne l’uccello, che nella sua vigoria sembrava uscito invece da un video porno di ultima generazione… l’uccello molle e indolente, ripiegato in basso, a lato dei coglioni, fra le cosce divaricate.
Avrebbe voluto dire qualcosa, Francesco, avrebbe voluto fare qualcosa, ma si limitava a sogguardare l’altro che si godeva, ad occhi chiusi, la mezza ombra della pineta: lo carezzava con gli occhi e si inebriava al suo odore, con la mente, e non solo, in subbuglio.
Fu Markos a rompere il silenzio.
“Rischi di bruciarti la schiena, - disse, sollevando la testa a guardarlo – dovresti metterti qualcosa. Il sole picchia qui da noi.”
“Mi sono dimenticato di portarmi la crema, - rispose Francesco – Pazienza, cercherò di rimanere all’ombra.”
“Aspetta”, fece Markos e, tiratosi a sedere rovistò nello zainetto, tirandone fuori un flaconcino.
Francesco allungò la mano per prenderlo, ma:
“Sta giù, - disse Markos – faccio io.”
Lui si appiattì sull’asciugamano e l’altro gli si pose accanto in ginocchio, gli versò del liquido tiepido sulla schiena e cominciò a massaggiare con una delicatezza, che nessuno avrebbe supposto in quelle mani.
Il sollievo sulla pelle fu immediato, ma fu immediata anche la reazione in un altro luogo, soprattutto quando le mani di Markos presero a spalmargli quella crema ...
... lenitiva sempre più in basso, fino ad arrivare prima a sfiorargli e poi a manipolargli anche le natiche. Fu qui, anzi, che le mani unte di Markos sembrarono indugiare con una cura maggiore, quasi voluttuosa, spingendosi ogni tanto fin dentro lo spacco.
D’un tratto, Francesco si sentì sfiorare il fianco da qualcosa, qualcosa di caldo e bagnaticcio. In qualche modo riuscì a padroneggiarsi.
“Cosa sta succedendo lì sotto?”, bofonchiò in tono scherzoso.
“Quello che natura pretende…”, rispose Markos con voce un po’ arrochita.
Allora Francesco allungò la mano e andò a sbattere nel cazzo eretto dell’altro.
“Ma che diavolo?...”, fece, girandosi e fissando con occhi sgranati quell’enorme erezione.
“E questo cosa sarebbe?”, esclamò scioccamente, impugnando quella mazza spessa quanto il suo polso e lunga quasi quanto l’avambraccio.
Markos scoppiò a ridere.
“Questo è l’omaggio che facciamo ai turisti.”, rispose con gli occhi che brillavano di cupidigia e di felicità.
“Sarebbe scortese non accettarlo, allora.”, esclamò Francesco, la cui confusione era del tutto scomparsa.
E giratosi, senza mollare quel grosso arnese, lo scappellò e cominciò con foga a slinguazzarne il glande. Sapeva di miele, sapeva di cannella, sapeva delle più misteriose spezie orientali; ogni slinguata era una sferzata di libidine, che lo invogliava a continuare, finché in preda ad una foga ormai incontrollabile, lo avvolse tutto con le labbra.
Ma la cappella era troppo grossa, non riuscì ...