1. Diritti d'autore - 2


    Data: 31/01/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    QUEST’INVERNO A ROMA
    
    L’aroma dolciastro dei pini gli arrivava a tratti, diffuso dalla brezza leggera che spirava verso il mare in quelle ore ancora mattutine, e gli riportava alla mente ricordi lontani, o forse fantasie di altri tempi e altri luoghi.
    
    Francesco era giunto a Kouvalos il giorno prima. Era un’isoletta dimenticata, poco più grande di uno scoglio e forse neanche menzionata negli atlanti: quattro case, una locanda senza grosse pretese, un piccolo emporio e un porticciolo per alcune barche di pescatori: un luogo incantato, ma troppo povero e ristretto per essere toccato dal flusso del grande turismo.
    
    Francesco ci si era imbattuto per caso, quando il battello che lo stava portando verso un’altra isola ben più famosa si era fermato per sbarcare la posta, i giornali del giorno prima e qualche altra cosa: ne era stato conquistato all’istante e aveva deciso di sbarcare e fermarsi lì per la sua settimana di vacanze.
    
    La proprietaria della locanda lo aveva indirizzato verso quella spiaggetta difficile da raggiungere e forse proprio per questo del tutto deserta. Bisognava, infatti, allontanarsi qualche chilometro dal paese, salire un’erta rocciosa per un centinaio di metri, tra cespugli di ginestre, mirto e oleandri, e poi scendere dall’altra parte un sentierucolo pietroso, fino ad arrivare…
    
    Appena Francesco si trovò per la prima volta di fronte a quello spettacolo, dimenticò all’istante il sudore e le imprecazioni che gli era costato arrivarci: in fondo al ...
    ... sentiero si apriva una caletta ampia qualche centinaio di metri, chiusa ai lati da due alti speroni impraticabili e alle spalle da una minuscola pineta, che risaliva fino a metà della costa. Per il resto, il verde dei pini, l’oro finissimo della sabbia e l’azzurro del mare, le cui onde si smorzavano sussurrando sulla battigia.
    
    D’impulso, Francesco si era liberato dello zainetto con le provviste, si era spogliato, lasciando tutto ai margini della pineta ed era corso a tuffarsi. Era rimasto un pezzo a sguazzare, sentendosi ritemprare nelle acque di quel mare, così pure da essere abitate dagli dei. Quando si sentiva stanco, si lasciava andare sulla schiena, facendo il morto, e poi riprendeva a nuotare, godendosi la frescura dell’acqua che gli scivolava in mezzo alle gambe, gli carezzava i coglioni, gli scorreva sul buco de culo, facendogli un effetto stranissimo.
    
    Poi, ai primi brividi di freddo, Francesco era tornato a riva, aveva steso sulla sabbia il telo da bagno e si era sdraiato ad arrostirsi al sole, beandosi del tepore come una lucertola selvatica. Una volta che il sole fu troppo forte, si ritirò ai margini della pineta, dove c’era sufficiente ombra, e si sedette con la schiena appoggiata ad un pino, immerso nella bellezza ineffabile del luogo.
    
    Un pensiero gli attraversò fulmineo la mente: “In questo posto abita un dio…”, tanta era la suggestione che ne traeva.
    
    Mangiò uno dei panini preparatigli alla locanda, bevve l’acqua della borraccia, per fortuna ancora ...
«1234...»