1. Tutta colpa dell’epatite? 3


    Data: 28/01/2021, Categorie: Etero Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    ... notevole e nodosa di Loris, che non si risparmiava, preso com’era dalla femmina meravigliosa ed appassionata che stringeva tra le braccia con immensa passione.
    
    Il meglio lo esprimevano quando la prendeva a pecora, lei carponi sul lenzuolo e lui inginocchiato dietro di lei; lui si afferrava ai seni per ancorarsi e le spingeva la mazza dentro la figa fino a far urtare gli ossi pubici, mentre la cappella attraversava la vagina e picchiava duro contro la testa dell’utero; se la stava inculando, non si fermava finché la mazza non era tutta profondamente immersa e i coglioni quasi sparivano nella figa aperta e bagnata; allora lei ricordava suo marito e lo amava.
    
    Ma i momenti di massima tenerezza, soprattutto per Loris, erano quando scopavano vis a vis alla missionaria o alla spagnola; amava guardare la sorella scosciata oscenamente invocarlo di penetrarla fino a farle dolere l’osso pubico; l’ammirava mentre manovrava i seni per stringere nel vallo il cazzo e masturbarlo con le mammelle piene, mentre lo spingeva in bocca per unire la spagnola al pompino; nei preliminari si perdevano in ore di succhiate al cazzo, alla figa e ai capezzoli.
    
    Andarono avanti per qualche mese, mentre Mara progressivamente prendeva coscienza e senso della funzione nel sindacato, Loris si cullava nel piacere di seguire i corsi, studiare duramente e perdesi nella fisicità dei rapporti con Mara che non sapeva più capire se fosse sua sorella, la sua amante o la donna della sua vita; Roberto non ...
    ... lasciava trasparire troppi segnali, abituato com’era a dissimulare tutto; ma sempre più spesso cercava di incontrare la ex moglie, la donna che amava ancora.
    
    Parlavano di tutto, quando si rilassavano a bere un caffè; e parlavano spesso molto a lungo, affrontando tutti i temi possibili, dal loro passato al presente ed alle previsioni sul futuro; dalle lotte sindacali ai problemi che la quotidianità imponeva, persino di picchetti e di distribuzione di volantini; Roberto era sempre più ammirato dalla capacità della donna che da sempre amava, di affrontare i quesiti con intelligenza e maturità, assai lontana dalla ragazzina capricciosa che aveva rovinato tutto.
    
    Fu lui a provocare il discorso chiedendole come viveva la situazione in fabbrica; Mara gli rispose che, chi ha guardato in faccia la morte, non ha paura della vita e dei problemi che pone; lei aveva visto il nero cupo dell’AIDS aggredire la sua serenità e si era spaventata; dietro, aveva visto affacciarsi l’ombra ancora più tetra della morte, ma non aveva avuto paura; aveva deciso che, se scampava da quella minaccia, avrebbe imparato a vivere la sua vita al meglio.
    
    Non poteva negare che la turbavano le ingiurie mormorate, sottaciute o espresse a sguardi dalle donne; o le avances volgari e stupide di certi maschi; ma la corazza che si era costruita le consentiva di credere fermamente che lei aveva solo commesso errori di ragazza capricciosa, convinta di giocare con suo marito, sull’uso spericolato del sesso duro, senza ...
«1234...7»