1. La figlia della mia compagna


    Data: 02/05/2018, Categorie: Etero Autore: suve, Fonte: RaccontiMilu

    ... guizzante che feci mia. Con gesti frenetici, senza staccarsi da me, Debora prese a spogliarmi. L’aiutai come potevo fino a rimanere nudo completamente. Mi spinse sul letto facendomi distendere, vi salì accanto a me allungando le mani.
    
    – Finalmente. L’ho visto tante volte e ora &egrave mio” &egrave mio ‘
    
    Impugnato il mio uccello, oramai teso, lo guardò spostando la testa come per studiarlo, come per imprimerselo bene nei ricordi, poi chiuse gli occhi e allungò la lingua intorno alla cappella come se leccasse un gelato.
    
    – mmmmmhhhhhhh ”.. lo immaginavo proprio così: duro, grosso”.buono ‘
    
    L’istante dopo la punta spariva tra le sue labbra e io mi contorcevo sul letto per la sensazione squisita che labbra e lingua mi stavano regalando. Mi leccò e succhiò con dedizione, fermandosi quando sentiva che ero vicino all’acme, ingoiandomi per quanto poteva, lasciando rivoli di saliva su tutta l’asta, mugolando a bocca piena come impazzita. Dopo diversi minuti accelerò i movimenti sentendo che mi approssimavo all’estasi. Voleva bermi, era evidente, ma io invece volevo ricambiare la sua dedizione al mio piacere. Le presi la testa staccandola a forza da me, le intimai di tacere alla sua protesta, la feci distendere sul letto e mi chinai su di lei. Il reggiseno sparì velocemente sotto le mie mani, i suoi seni, dai capezzoli turgidi come due fragoline, apparvero in tutto il loro splendore. E come due fragole li trattai suggendo ora l’uno ora l’altro, massaggiandole il petto, la ...
    ... pancia, scendendo sempre più giù con le mani e, di seguito, con la bocca, leccando la pelle man mano che la percorrevo. Arrivai allo slippino striminzito aspirando con voluttà l’odore di femmina. Debora tratteneva il respiro nell’attesa. Mi dedicai per alcuni istanti all’interno cosce, baciando e leccando la sua pelle prima di spostare di lato i pochi centimetri di stoffa. La sua micina comparve davanti ai miei occhi. Le labbra parevano palpitare, umide, chiamandomi. Appoggiai le mie labbra a esse e con la lingua la cercai entrandole dentro quanto potevo.
    
    Sospirò Debora, poi gemette quando presi in bocca il clitoride suggendolo delicatamente, picchiettandolo con la lingua prima di tornare ancora tra le labbra sempre più bagnate. In poco tempo Debora partì per la tangente, sotto la mia bocca si contorse afferrandomi per i capelli, tirandomi a se con forza, ripetendo come un mantra la stessa frase:
    
    – Sì Flavio, fammi godere”. Fammi godere” fammi godere” FAMMI GODEREEEEEEHHHHHH AAAAAHHHHHHHH ‘
    
    Con un colpo di reni mi schiacciò contro il suo ventre inibendomi il respiro. Non mi staccai. La bocca sul suo clitoride, due dita dentro di lei che si muovevano velocemente, aspettai che il suo piacere scemasse, che il corpo irrigidito si rilassasse. La mia faccia era completamente bagnata dai suoi succhi ma lei non vi badò quando, tirandomi verso l’alto, mi fece sdraiare sopra di se, baciandomi e leccando il mio volto, carezzandomi le spalle, stringendomi forte.
    
    – Oh Flavio, non ...
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