1. La figlia della mia compagna


    Data: 02/05/2018, Categorie: Etero Autore: suve, Fonte: RaccontiMilu

    ... fermati. Non &egrave possibile, non dobbiamo ‘
    
    – Perché Flavio? Io ti voglio e tu mi vuoi. Hai detto che vuoi farmi felice, fallo ora Flavio, rendimi felice ‘
    
    La sua mano ora mi masturbava apertamente attraverso la stoffa. La sua bocca era salita a sfiorare la mia, a unirsi a essa. Resistetti solo un secondo alla sua lingua che premeva, prima di aprire le labbra e lasciarla entrare, andarle incontro con la mia in un bacio umido e coinvolgente. Il respiro mi mancava, il calore dei lombi si era esteso all’intero ventre, al petto su cui sentivo premere il suo seno sodo. Non sapevo come tirarmi fuori da quella situazione, non sapevo nemmeno se lo volessi, ero terrorizzato. La baciai ancora per un minuto approfittando di quelle labbra morbide, avvolgendo quella lingua guizzante con la mia, succhiandola”.. e la sua mano su di me che non smetteva di muoversi. Non so come trovai la forza per staccarmi da lei, prendendola per i polsi, usando più forza di quanto volessi per vincerne la resistenza, soffrendo per lo sguardo ferito che mi rivolse. Mi tirai all’altro lato del divano.
    
    – Debora”” non possiamo, non dobbiamo. Non &egrave giusto nei confronti di tua madre, non &egrave giusto nei TUOI confronti, un giorno lo capirai. Promettimi che smetterai di pensare a me in quel modo, promettimi che non farai mai più quello che hai fatto ora. Non &egrave successo niente, dobbiamo dimenticare questi minuti appena trascorsi. ‘
    
    Lei ristette in silenzio un minuto, il volto coperto ...
    ... dai capelli, poi parlò con voce triste:
    
    – Non ti prometto nulla Flavio, e sicuramente non dimenticherò che oggi tu mi hai rifiutata, che avresti potuto farmi felice e non hai voluto. ‘
    
    Si alzò piano andando verso la sua stanza, dimenticando i regali, lasciandomi solo col mio senso di sconfitta.
    
    Da quel momento Debora smise di provocarmi, per un paio di settimane parve addirittura evitarmi e, proprio quando Lorena cominciava a chiedersi se fosse successo qualcosa tra di noi, tornò la ragazza spensierata che amavamo. Socievole, dolce, affettuosa’ senza più quella componente che temevo e che, devo ammetterlo almeno a me stesso, un po’ mi mancò. Il tempo passò. Il diploma, l’università, la decisione di sposarsi col suo ragazzo. Troppo presto secondo me e Lorena, ma Debora alla fine ci convinse che non era il caso di attendere la laurea. Il suo futuro marito era un bravo ragazzo, con la testa sulle spalle e così ci facemmo una ragione del fatto che ci lasciasse per andare a convivere in attesa delle nozze. Non abbandonò del tutto casa, però non era più la stessa cosa anche se Lorena andava spesso a trovarla. I preparativi ci coinvolsero tutti in maniera frenetica. Non sarebbe stata una cerimonia sfarzosa, gli invitati erano poco più di un centinaio, i più intimi tra parenti e amici, però il tempo scorreva veloce. Io l’avrei condotta all’altare e ci tenevo che tutto riuscisse alla perfezione.
    
    Per la cerimonia, che si sarebbe svolta il pomeriggio tardi della domenica, ...
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