La figlia della mia compagna
Data: 02/05/2018,
Categorie:
Etero
Autore: suve, Fonte: RaccontiMilu
Mi chiamo Flavio, ho 42 anni e sono divorziato. Da sette anni convivo con Lorena, anche lei 42 anni, divorziata, e con sua figlia Debora, venti anni compiuti da poco.
I primi tempi della convivenza furono duri, soprattutto a causa di Debora. Lorena era fresca di divorzio e sua figlia pativa lo stress traumatico del vedere i genitori dividersi e dover vivere in una casa in cui c’era un altro uomo. Penso che i primi mesi mi abbia addirittura odiato per quanto io cercassi di farmi benvolere, per quanto provassi a evitare ogni minimo contrasto.
Io e Lorena eravamo certi che sarebbe passata, ma intanto, per usare un francesismo, avere in casa ‘quella piccola rompicoglioni’ stava stressando me. Solo facendoci forza l’uno con l’altro, con Lorena stavo veramente bene, riuscivo a sopportare i musi lunghi, l’aperta ostilità che Debora mi dimostrava.
Aveva una frase che ripeteva ogni volta che voleva ferirmi, e accadeva spesso, avendo scoperto che mi faceva male, molto male sentirmela dire: ‘non ti chiamerò mai papà’.
A ogni modo il tempo passava, io e Lorena andavamo sempre più d’accordo, e l’ostilità di Debora diventò prima indifferenza e poi, ma ci vollero tre anni almeno, un affetto reciproco sempre più profondo.
Debora è una ragazza intelligente, lo è sempre stata; sensibile, curiosa, assennata per la sua età, combinava ogni tanto qualche piccolo casino ma mai niente di grave. Ora la sua frase-killer era cambiata, ero io che gliela ricordavo:
– Ma mi ...
... chiamerai mai papà? ‘
– Preferisco chiamarti Flavio ‘
La sua risposta era puntualmente seguita da un abbraccio e un bacio sulla guancia. Insomma ero felice di questa figlia acquisita, con somma gioia di Lorena che, mi confessò, temette veramente, a un certo punto, di dover scegliere tra me e lei.
L’ho vista crescere passando i vari stadi: da bambina a adolescente, a ragazza, a giovane donna, con un cruccio immenso. In verità ho imparato a amarla come se fosse figlia mia, la sorella maggiore del piccolo Marco che io e Lorena abbiamo avuto sei anni fa, la sua baby-sitter quando uscivamo noi adulti, una presenza costante e allegra per casa. Il fatto è che, quando ‘scoppiò l’amore’ tra di noi, il suo atteggiamento mutò radicalmente anche in un modo che non mi aspettavo e che, sinceramente, un po’ mi impauriva. Parlo della sensazione di essere spiato quando facevo sesso con Lorena; parlo della porta del bagno lasciata aperta mentre lei si faceva la doccia; parlo delle sue irruzioni, sempre in bagno, quando ero io a fare la doccia, nelle rare volte che dimenticavo di chiudere la porta; parlo del suo girare per casa discinta, incurante dei rimbrotti materni; parlo della sua testa appoggiata alla mia gamba quando, sul divano, guardavamo tutti insieme la televisione (posizione assunta d’imperio senza possibilità di negarla); parlo delle sue confidenze ‘intime’ che preferiva fare a me anziché alla madre; parlo degli abbracci sempre un po’ troppo” stretti da parte sua. ...