La lingua
Data: 27/12/2020,
Categorie:
Etero
Incesti
Autore: pink_, Fonte: RaccontiMilu
... insaponarlo col latte, più lo tocca e più sembra crescere, come un animale che si ridesta e riemerge da un lungo letargo.
Le carezze si fanno più veloci, troppo veloci. Le mani scivolano su quel grosso cazzo nero che adesso punta violentemente verso l’alto.
Antonella deglutisce la poca saliva che le è rimasta in bocca. Muove appena le dita della mano come cercasse di afferrare qualcosa nel vuoto. Non può essere, si dice, non può essere. Non ho, mai, visto, una cosa, del genere. Mai.
Ora lui si muove ancora e le si piazza di fronte senza smettere di toccarsi fra le gambe. Glielo punta contro, come un invito. Come la canna di un fucile pronta a fare fuoco.
Lei ha il cuore che le sfarfalla nel petto, alza appena l’occhio con cui lo sta spiando e scorge il suo viso, stirato in un ghigno malefico e consapevole. La sta guardando? Lui sa?
Antonella viene colta da una vertigine di terrore, scarta di lato e cade seduta con la schiena contro la porta.
Chiude gli occhi e le sembra di sentire dei gemiti dietro le sue spalle, nella sua testa continua a vedere quelle mani che si muovono veloci, stringe forte le cosce e mentre lui viene sporcandole tutta la doccia si riscopre completamente e oscenamente bagnata.
Atto IV
“I’ve got the fever”
«Mamma, io esco».
«Anche oggi! Ma dove vai?».
«A scuola, facciamo un incontro con il preside e tutti i ragazzi olandesi».
«E lui?».
«Non viene».
«Come non viene? Non vorrai lasciarmelo di nuovo ...
... qui?».
«Ha detto che non si sente bene.. forse ha la febbre».
«Non andartene.. se.. se ha bisogno di qualcosa?».
«Il preside si è raccomandato.. non posso mancare!».
«…».
«Dai che andrà tutto bene, siete già stati da soli ieri, no?».
«Sì ma.. non lo capisco.. non sono in grado.. io..».
Andrea si avvicina a sua madre e la guarda teneramente negli occhi.
«Stai tranquilla.. tu sei bravissima.. sei.. perfetta».
Lo sguardo si abbassa appena, improvvisamente calamitato dalla scollatura generosa.
Un solo invisibile istante.
Sì, l’ometto è decisamente cresciuto.
«Beh.. io devo andare mamma, portagli solo un’aspirina, se la caverà».
«…».
«Ciao».
«Ciao..».
Antonella gira il cucchiaino in una tazzina piena di caffè nero bollente, provando ad addolcire i propri pensieri. Ma che mi succede? Mi comporto come un’adolescente. A spiare quel ragazzino nel bagno.
Sì, è vero, è sicuramente un bel ragazzo ed è anche, sì è.. è ben dotato. È decisamente ben dotato. Ma ha l’età di mio figlio, diamine, che mi succede? Il ricordo di quello che ha visto sotto la doccia le piomba addosso all’improvviso e lei prova a scacciarlo via, come fosse un insetto fastidioso.
Le mani nei capelli, a scuotersi la testa. Il respiro inceppato, che prova a recuperare un po’ di lucidità.
Ha la febbre. Dovrei andare a vedere come sta?
È un ragazzo. Da solo, in un paese straniero. E per giunta ammalato. Sono io che dovrei smetterla di pensare a certe cose, sono io, ...