1. La lingua


    Data: 27/12/2020, Categorie: Etero Incesti Autore: pink_, Fonte: RaccontiMilu

    La tragedia erotica di una madre in cinque atti
    
    Atto I
    
    “The airport wait”
    
    «Ma come faremo a riconoscerlo?».
    
    «Ho visto una sua fotografia, non preoccuparti».
    
    «E quanti giorni deve rimanere?».
    
    «Te l’ho già detto, cinque giorni, gli stessi che io passerò a casa sua».
    
    «Non capisco perché la scuola organizzi queste cose».
    
    «Si chiama scambio culturale, lo fanno in un sacco di scuole».
    
    «Bah..».
    
    «Stai tranquilla mamma, andrà tutto bene».
    
    «Sono tranquilla.. è solo tutto così strano..».
    
    «Che c’è di strano?».
    
    «Beh.. ospitare uno sconosciuto in casa.. per tutti quei giorni».
    
    «Io l’ho conosciuto.. via mail.. ma comunque ci ho parlato».
    
    «Via meil..».
    
    «Anche i miei compagni di classe hanno un ospite, lo facciamo tutti».
    
    «E quanto si ferma?».
    
    «Di nuovo? È un bravissimo ragazzo mamma.. sta qui cinque giorni e poi se ne va».
    
    «E dorme nella tua stanza..».
    
    «Sì, così ha un po’ di privacy, io mi arrangio sul divano per qualche giorno».
    
    «È tedesco giusto?».
    
    «Olandese!».
    
    «Ah già.. olandese».
    
    «Eh!».
    
    «L’Olanda non è quel posto dove si fumano la droga?».
    
    «Ahahahaha.. è legalizzata.. ma la fumano solo in luoghi sicuri».
    
    «A me non piace».
    
    «A casa nostra non fumerà.. stai tranquilla!».
    
    «Me lo auguro».
    
    «Ecco.. il volo è arrivato.. starà sbarcando».
    
    «Che gli devo dire quando lo vedo?».
    
    «Gli dici “Hello, my name is Antonella”».
    
    «Parlerà l’italiano spero».
    
    «No mamma, non parla italiano».
    
    «Non lo studia a ...
    ... scuola?».
    
    «No mamma.. studia l’inglese e lo parla benissimo».
    
    «“Ellllló” così?».
    
    «Più o meno dai.. eccolo.. è lui!».
    
    Andrea si sbraccia verso i passeggeri che escono dal gate, gli si fa incontro un ragazzo sorridente con un borsone a tracolla. Alto, spalle larghe e moro. Decisamente moro.
    
    «Hi Justin, welcome to Italy».
    
    «Hi Andrea, nice to meet you».
    
    «She’s my mother».
    
    «Elllló mai neim Antonella».
    
    «She does not speak english very well».
    
    «Hi Antoniella, my name is Justin, i’m glad to be here».
    
    «…».
    
    «Dice solo che è contento di essere qui, dai andiamo adesso».
    
    In automobile, sulla strada di casa.
    
    «Sta dormendo?».
    
    «Sì.. sarà stanco per il viaggio».
    
    «Non mi avevi detto che era così….».
    
    «Così come?».
    
    «Beh..».
    
    «…».
    
    «È un po’.. scuro!».
    
    «Ed è un problema?».
    
    «Certo che no.. però non lo sapevo.. tutto qui!
    
    «…».
    
    «Quanti giorni hai detto che deve stare a casa nostra?».
    
    Atto II
    
    “Morning training”
    
    «Buongiorno!».
    
    «Buongiorno ma’».
    
    «Lui dov’è?».
    
    «Sta ancora dormendo».
    
    «Avete fatto tardi ieri sera?».
    
    «Siamo usciti con tutti i compagni di classe e i ragazzi della scuola di Justin».
    
    «E com’è andata?».
    
    «Benissimo, Justin è troppo forte!».
    
    «…».
    
    «Praticamente tutte le mie compagne di classe hanno già una cotta per lui!».
    
    «Non ti ha chiesto niente di tuo padre?».
    
    «Gli ho detto che in questo periodo non c’è e lui non ha fatto altre domande».
    
    «…».
    
    «Senti io esco».
    
    «E dove te ne ...
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