1. Lettera di una madre


    Data: 13/12/2020, Categorie: Tradimenti Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    ... vivo con i miei incubi; non avevo mai voluto accettare che tu fossi la ‘figlia della colpa’ ma piuttosto il frutto di un amore anche se insano; quel gesto definitivo mi indicava che non avevo avuto il coraggio di andarmene, dopo avere sbagliato così gravemente; temo che ad impedirmelo siano state la presunzione di mantenere vivo un inganno terribile e la speranza che la passione scemasse da sola; ho sbagliato completamente.
    
    Non so se e quando leggerai queste righe; almeno con te, ho sentito il dovere di essere chiara, una volta per tutte; io avrei il dovere di scontare la pena prevista per la mia colpa raggiungendo mio marito per lo stesso percorso che l’ha indotto a svaporare per togliere almeno un elemento della frizione; ma la parte più vile di me si arrocca dietro la convinzione che renderei ancora più inutile il suo gesto, se vi lasciassi; restare ed accettare la vita che mi si prospetta forse darebbe anche un senso al suo gesto.
    
    Non so cosa farò; lo capirai se e quando leggerai queste righe; una cosa voglio che sappia, che sei stata figlia dell’amore, forse di un amore malsano, alla radice; ma Giovanni ti ha amato come una figlia e spero che lo ricorderai come un padre, anche perché non conosci la brutta verità nascosta; se e quando la conoscerai, le cose saranno diverse e, spero, più limpide; ho amato Giovanni, forse più di quanto mi sia resa conto; la passione per Paolo era solo fisicità, esibizionismo e smania di non invecchiare.
    
    Invece sono morta, con lui; ...
    ... e non so se avrò la forza di trascinare la vita dopo il terremoto che io stessa ho scatenato e che mi è piombato addosso con tutta la sua capacità distruttiva.
    
    Con tutto l’amore del mondo.
    
    Tua madre.”
    
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    La data era quella di venti anni prima, a ridosso della morte di suo marito Giovanni, che per tutta la vita avevo vissuto, sentito, amato come padre, anche dopo, solo nella memoria; evidentemente, Ginevra aveva scelto di vivere e di assumersi la responsabilità di essere padre e madre, portandosi dietro il fardello di una colpa terribile; non mi era dato di sapere come avesse affrontato la responsabilità e le conseguenze, perché la scelta degli studi mi aveva strappato a quella cornice agreste.
    
    Ma, guardata ‘a posteriori’, la scelta mi sembrava opportuna; finché ne era stata in grado, aveva diretto, tenendo con pugno forte le redini della casa, la vita di figli e nipoti, anche quelli che ormai erano a Roma, cioè io e la mia famiglia; aveva ceduto quando davvero il fisico non reggeva più, il male la consumava a vista d’occhio, ed ero stata io a dovermi prendere cura di lei nella clinica specializzata.
    
    Anche in quel momento, con un foglio vergato venti anni prima, mi scaricava addosso una responsabilità enorme alla quale sentivo di dover corrispondere con la sua stessa energia; convocai i miei fratelli ed avvertii immediatamente e pregiudizialmente che rinunciavo a qualunque diritto sulla parte di eredità; i soldi e le energie spese per portarmi ad essere ...