1. Lettera di una madre


    Data: 13/12/2020, Categorie: Tradimenti Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    ... si fecero sempre più tesi; fu in quella fase che, probabilmente i sospetti di Giovanni si fecero concreti al punto che assunse informazioni precise e seppe che erano anni che avevo una doppia vita; forse nacquero sospetti anche sulla vicenda del preservativo.
    
    La giornata che avviò la tragedia si aprì poco prima dell’alba, quando Giovanni uscì cautamente di casa come spesso faceva per andare nei campi o nei boschi a caccia di tartufi; ma stavolta non aveva cani e suo padre vide che la macchina dirigeva fuori città; guidando a rotta di collo, fu a Termini che ancora non ero montata sul mio treno; non ebbi nessun sentore della su presenza quando arrivai a Roma e mi diressi allo studio dove Paolo mi aspettava.
    
    Mio marito mi raccontò poi che raggiunse con qualche difficoltà lo studio; non c’era portiere e bussò a caso finché gli aprirono; l’accesso allo studio era, come sempre, aperto; dall’anticamera, udì rumori classici di una copula provenienti da una porta; con la sua struttura fisica e l’abitudine al lavoro di taglialegna, tra gli altri, abbatté con una spallata l’uscio e fece la sua comparsa nella sala dove, sul solito divano, io e Paolo, nudi, eravamo in pieno congresso carnale.
    
    Il dottore scattò scandalizzato; io riconobbi mio marito e lanciai un urlo di spavento; lui ci guardò con uno sguardo che esprimeva tutto il suo infinito disprezzo; vidi che serrava con forza i pugni e le mascelle; temetti che ci spaccasse in due a cazzotti; ne aveva la forza; invece gli ...
    ... occhi gli si riempirono di lacrime, fece un passo verso di me, ci ripensò, si fermò, girò le spalle e scomparve dietro la porta scardinata.
    
    Istintivamente mi alzai per corrergli dietro; mi resi conto che ero nuda e rinunciai; ci rivestimmo in fretta e Paolo mi accompagnò alla stazione; corsi al binario sperando di trovare Giovanni, ma incontrai un paesano che mi chiese se avevo appuntamento con mio marito; dissi di si e mi indicò un parcheggio lì vicino dove lo aveva visto dirigersi; mi fu chiaro che era venuto in macchina e forse adesso era già sulla via del ritorno.
    
    Presi il primo treno e dopo un viaggio di lacrime e di pentimenti, assurdi entrambi, andai a casa, che trovai spettralmente vuota; mi assalì a quel punto un sentimento di paura che mi avrebbe accompagnato per le settimane successive, inesorabilmente; mio marito era un uomo buono, anzi, secondo parametri popolari, due volte buono, al punto di sfiorare ,in alcuni casi, il ‘tre volte buono, quindi fesso’; mai, da quando l’avevo conosciuto, l’avevo visto perdere le staffe.
    
    Quando però scatenava la sua forza, come era avvenuto nello studio di Paolo, era un’ira di dio e non conosceva né limiti né ostacoli; inoltre, nel territorio era famoso per la sua abilità nell’ammazzare pecore e maiali, nella stagione giusta; con un colpo di roncola tagliava nette carotide e gola, fino a staccare la testa; se avesse fatto prevalere contro di me la sua indole montanara e il sentimento dell’orgoglio calpestato, la mia vita ...
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