1. Sogno di una notte di mezza estate


    Data: 29/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... orecchie…
    
    “Cosa state facendo? – tuonò d’un tratto una voce possente – Lasciatelo stare!”
    
    Immediatamente, la ressa dei tormentatori si dileguò, fuggendo a nascondersi nelle ombre fra i cespugli.
    
    “Scioglietelo”, ordinò la voce e subito Phil si sentì liberare dai legacci.
    
    Fece, allora, per alzarsi a sedere, aiutato dalle mani premurose di qualcuno, che non vedeva nell’oscurità. Sentiva male da tutte le parti. Aprì gli occhi pieni di lacrime, ma c’era solo il buio davanti a lui. Poi, qualcuno si mosse alle sue spalle, Phil con uno sforzo girò il torso e quello che si trovò davanti lo lasciò senza fiato: in piedi, avvolto da un alone luminoso c’era un giovane di incredibile bellezza e perfezione fisica, che lo guardava, sorridendo, con occhi benevoli. Oberon… il re delle fate in persona.
    
    “Mi dispiace per quello che ti hanno fatto… - disse - spesso i miei servi non hanno il senso della misura. Ma tu che ci fai qui? Agli umani non è permesso sostare nella foresta, la notte di mezza estate.”
    
    Oberon sembrava non aver neanche notato che il giovane era nudo. Del resto, lui stesso lo era sotto il leggero mantello.
    
    “Certo, che ti hanno conciato proprio male…”, continuò Oberon, accosciandosi davanti a lui con un ginocchio a terra.
    
    Così facendo, il mantello scivolò di lato, scoprendogli l’inguine a mezzo. Phil intravide il sesso penzolante e un certo turbamento lo prese allo stomaco, mentre ne avvertiva l’odore selvatico, come le foglie schiacciate di un ...
    ... arbusto.
    
    Oberon continuava a fissarlo con sguardo interessato, poi gli si fece più vicino e, allungando la mano, lo carezzò nei punti più dolenti: immediatamente, si placò il dolore delle punture e si dissolse il bruciore dei peli strappati, mentre una strana pace si diffondeva in lui e un’incomprensibile eccitazione cominciava a serpeggiargli sotto la pelle.
    
    “Non mi hai detto che ci facevi qui stanotte… perché spiavi il corteo delle fate…”, chiese di nuovo Oberon, sfiorandogli dolcemente la guancia col dorso delle dita.
    
    “Non spiavo il corteo delle fate…”, rispose Phil, cominciando a perdersi nei suoi occhi.
    
    “Che ci facevi qui, allora? Non si viene a passeggiare nei boschi di notte.”, la voce di Oberon era sempre più morbida.
    
    “Non so perché ero qui, - confessò Phil – ci sono venuto… era come se qualcuno mi stesse chiamando.”
    
    Perché aveva detto quelle parole?
    
    “Come se qualcuno ti stesse chiamando… - ripeté il re delle fate – Questo significa che sei tu il prescelto.”
    
    “Il prescelto per cosa?”, si stupì Phil.
    
    “Per questo…”, rispose l’altro, scivolandogli al fianco e baciandolo, mentre lo stringeva fra le braccia.
    
    Che fai?, avrebbe voluto protestare Phil, io non sono… Ma il pensiero non terminò neanche di formularglisi nella mente: troppo dolce era la lingua che gli frugava la bocca, troppo tenero l’abbraccio, troppo piacevoli le carezze di quelle mani sempre più audaci. Phil ci si abbandonò grato, quasi non desiderasse altro.
    
    Intanto Oberon lo aveva disteso ...
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