1. Sogno di una notte di mezza estate


    Data: 29/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    Phil non riusciva a prendere sonno. Non era tanto il caldo della notte estiva, in cui neppure un alito di vento dalle finestre aperte rompeva l’afa opprimente della stanza, quanto un’inquietudine strana, un’ansia che gli serpeggiava nel fondo dell’anima e non gli dava requie.
    
    Provò a immaginarsi qualche avventura erotica per masturbarsi, sperando che lo sfinimento post orgasmico gli favorisse il sonno, ma le immagini che gli si formavano nella mente erano sfocate, impalpabili, prive di qualsiasi valenza erotica. Provò a rivivere l’ultimo porno che aveva visto in Internet il giorno prima, quello con la tettona, che gli aveva fatto sborrare pure l’anima… ma ancora una volta le immagini gli sfuggivano senza lasciargli nessuna emozione.
    
    Alla fine, mandò tutto a quel paese e decise di alzarsi, di uscire: chissà che una passeggiata non lo avrebbe aiutato a rilassarsi?
    
    Andò in bagno a sciacquarsi la faccia, indossò un paio di pantaloncini di tela leggera e una maglietta, si assicurò di avere in tasca le chiavi di casa e scivolò fuori silenziosamente, per non farsi sentire dai suoi, nel caso fossero ancora svegli. Aveva tralasciato di mettersi le mutande perché gli piaceva sentirsi ciondolare l’uccello molle in mezzo alle gambe, sentirselo strusciare contro il tessuto ruvido dei pantaloncini: gli dava un che di porco, di selvatico.
    
    Appena in strada, si guardò attorno, fece per dirigersi verso il paese, le cui case iniziavano poco più in là, ma un richiamo misterioso ...
    ... lo fece voltare verso la foresta, la Grande Foresta, ai cui margini sorgeva la sua villetta.
    
    Nonostante le leggende che la riguardavano, la Grande Foresta non lo aveva mai appassionato, anzi gli aveva sempre suggerito quasi un senso di terrore, per questo non vi si era mai addentrato, se non per qualche centinaio di metri. Ma quella notte ci si diresse senza timore: più tardi avrebbe confessato di aver sentito una sorta di richiamo misterioso, a cui non era stato capace di sottrarsi.
    
    Raggiunta la stradicciola sterrata, la imboccò e si inoltrò nel buio sempre più cupo, in cui la luna filtrava a raggi provocando strani e inquietanti giochi di ombre. Camminò per un buon tratto; la quiete e la frescura della foresta cominciarono a rilassarlo: sentiva il fresco umido della terra risalirgli lungo le gambe, infilarglisi sotto i larghi pantaloncini e carezzargli le palle ciondoloni, dandogli sensazioni piacevolissime. Cominciò a chiedersi cosa avesse di così terribile questa foresta da averlo sempre spaventato. E piano piano si perse nei suoi pensieri, smarrendo la cognizione del tempo e dello spazio.
    
    Ad un tratto, qualcosa lo riscosse; si fermò, guardandosi attorno, ma non vide né sentì alcunché che attirasse la sua attenzione. Scosse la testa e stava per riprendere il cammino, quando si rese conto di non avere idea di quanto si fosse allontanato: forse era meglio tornare indietro, anche perché la consapevolezza di trovarsi da solo, perso chissà dove in quel bosco che non ...
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