1. Il prestito (4)


    Data: 13/11/2020, Categorie: Cuckold Dominazione / BDSM Autore: whitefeather, Fonte: RaccontiMilu

    Sabato mattina alle 11.00 ci trovammo dove avevamo appuntamento: su raccomandazione di Fulvio avevo insistito perché Franca indossasse una gonna nera piuttosto corta e una camicetta bianca, che le stava abbastanza stretta da dover rimanere slacciata, lasciando vedere il reggiseno push up leopardato che portava, le scarpe di vernice col tacco dodici completavano il quadro della perfetta escort in giro con il cliente e il suo pappone. Fulvio ci accompagnò in una via poco lontana dove occhieggiava l’insegna intermittente di un sexy shop: suonammo per farci aprire ed entrammo: dietro al bancone una coppia sui sessant’anni, entrambi con un colorito malsano, gli occhi chiarissimi e liquidi, il viso inespressivo: non ci furono convenevoli, solo un “ ‘ngiorno” lasciato cadere quasi con fastidio: Fulvio si avvicinò e parlando a voce alta spiegò cosa voleva “per la mia fidanzata” , il vecchio annuì e indicò con un dito uno scaffale in fondo al locale: ci spostammo tutti e tre, unico suonò il ticchettio dei tacchi di mia moglie che si appoggiava a me per non cadere: “Che misura porti di reggiseno? “ chiese Fulvio a mia moglie “La quarta” Fulvio la guardò con aria interrogativa…Signor Fulvio! si affrettò ad aggiungere Franca “Bene, allora è questo ripiano,vediamo un po’…” Fulvio prese un paio di buste, il contenuto era spiegato da fotografie di modelle con indosso il capo in questione: si trattava di intimo in lattice nero o rosso, un materiale che aderiva come una seconda pelle ...
    ... sulle tette protesizzate delle modelle: Fulvio mise nel cestello una tuta in lattice nera, che stando alle foto aveva aperture “strategiche “, il secondo acquisto fu più inquietante: un cappuccio sempre di lattice, con aperture solo per il naso e la bocca, mentre gli occhi erano coperti da due specie di palpebre che si potevano aprire o chiudere a piacere con delle sottili cerniere a lampo, fatti gli acquisti Fulvio mi mandò alla cassa a pagare e quindi uscimmo in strada: pensavo che la passeggiata fosse terminata ma mi sbagliavo, percorremmo ancora qualche centinaio di metri, cosa che per Franca risultò a dir poco fastidiosa, visti i tacchi delle scarpe che indossava e arrivammo davanti ad una bottega di tatuatore: “Forza porcona, entra e chiedi che ti mettano due bei piercing ai capezzoli, sceglili tu come li preferisci, ma spiega che devi poterci appendere le nappine che sai” Franca avrebbe voluto discutere, ma il tono inespressivo, quasi di totale indifferenza a qualunque sua eventuale opposizione con cui Fulvio le aveva detto di entrare, ancora una volta le aveva fatto capire che non era il caso di questionare: con un sospiro entrò nel Tattoo Parlour, mentre Fulvio mi prendeva per un braccio dicendomi: “Lasciamola sola lì dentro, vedrai che sarà più rilassata, noi ce ne andiamo a mangiare qualcosa in un locale qua vicino, poi le mandi un sms per dirle di raggiungerci quando avrà finito” A nemmeno cinquanta metri di distanza, sul marciapiedi opposto, c’era una pizzeria, il ...
«1234...10»