1. Danilo e federico - finale parte i: serena (14)


    Data: 25/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: vgvg91, Fonte: Annunci69

    ... ricominciai a sentire il consueto calore che si diffondeva dal mio ano in tutto il corpo: ero fuori di me, muovevo anche io il bacino ritmicamente con Danilo, che apprezzò la mia intraprendenza approfittandone per impalarmi ancora più a fondo. Le mie viscere andavano a fuoco, il mio ventre reclamava di essere riempito da quella forza animalesca.
    
    La schiena di Danilo era madida di sudore e il profumo pungente di maschio colpì le mie narici, facendo scattare la scintilla: il calore esplose e il mio cazzo eruttò, sconvolto dalla potenza delle contrazioni vigorose del mio ano. Danilo mi lasciò urlare il mio godimento, mentre mi accompagnò con il suo orgasmo, stimolato dalle convulsioni delle mie pareti rettali.
    
    «Sì piccolo, sei miooo!» e venne copiosamente, ricoprendo le pareti infiammate del mio ano con la sua calda sborra. Assestò dei colpi potenti e precisi, mentre il mio orgasmo procedeva ad affievolirsi. Il cazzo pulsante di Danilo si strusciò comodamente nel mio retto, mentre l’omone si accasciava su di me, sfinito, imbrattandosi con i miei umori prodotti dalla sua forza.
    
    Sollevò lo sguardo e ci baciammo intensamente, a lungo, i nostri corpi ancora uniti. Poi, Danilo mi sussurrò: «Ti amo, ...
    ... Federico».
    
    Sorrisi e lo strinsi forte a me. In quella posizione, mentre ancora ansimavamo all’unisono, mi chiese all’orecchio, con una nota di preoccupazione nella voce: «Come faremo d’ora in poi?».
    
    “Già, come faremo adesso?” pensai. La maturata consapevolezza di ciò che quei due corpi significassero, stretti in quell’abbraccio, mi diede la forza per rimettere insieme i pezzi confusi dei miei ultimi mesi di vita. Ero stato ferito, distrutto e costretto a ricomporre i frammenti del mio spirito in maniera diversa rispetto a prima per sopravvivere. Non sarei mai più stato il Federico di un tempo. Eppure, ero ancora lì, tra le braccia di un uomo più distrutto di me. Danilo mi aveva sconvolto la vita, senza rendersi nemmeno conto di ciò che avesse causato. Ma, allo stesso tempo, era stato l’unico a provocarmi emozioni mai sperimentate prima. Proprio lavorando insieme avremmo potuto farcela: quella flebile speranza accese nel mio petto un inspiegabile senso di sicurezza.
    
    Il lungo flusso dei miei pensieri si distese, come un placido ruscello che segue il suo percorso. Ma, dall’esterno, a Danilo parve che esitai solo un attimo prima di rispondere.
    
    Poi, semplicemente, dissi: «Continueremo a vivere. Ti amo, Danilo». 
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