1. Danilo e federico - parte i: cicatrici (12)


    Data: 13/10/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: vgvg91, Fonte: Annunci69

    ... terra.
    
    «Sono un mostro…» la sua voce tremava. Sentii un singhiozzo, poi il suono del suo respiro farsi più affannoso.
    
    «Danilo…» sussurrai a fatica, cominciando a distinguere i contorni. La testa mi pulsava terribilmente, il dolore si faceva sempre più acuto. Mi sfregai gli occhi: Danilo era seduto a terra, a pochi passi di distanza da me e si guardava le mani, percorse da un tremito incontenibile. Gli occhi erano gonfi di lacrime: non l’avevo mai visto così.
    
    «Danilo…» ripetei, mettendomi in piedi.
    
    «No!» urlò lui ritraendosi, fuori controllo. «Vattene!».
    
    «Ho… ho bisogno di un po’ di ghiaccio» dissi io, avanzando verso di lui e lottando contro la nausea provocata dalle vertigini.
    
    Anche Danilo si alzò in piedi.
    
    «Devi andartene di qui». Gli occhi erano iniettati di sangue.
    
    «No, devo capire…».
    
    «Sparisci!» gridò all’improvviso, con quanto fiato aveva in gola. Era un grido disperato, di profondo dolore. Le sue labbra schiumavano, le lacrime scendevano ormai copiosamente. Ero terrorizzato, ma lui sembrava più terrorizzato di me: sembrava terrorizzato da se stesso.
    
    «Esci fuori ...
    ... di qui! Fuori! E non tornare mai più!». Era fuori di sé, affondava le dita nella carne delle sue guance e piangeva senza sosta.
    
    Rimasi immobile, paralizzato. Quasi dimenticai il dolore alla testa quando, vedendomi sordo alla sua richiesta, Danilo sollevò di peso una sedia e la scaraventò dall’altra parte della stanza, lanciando un urlo. Il frastuono si propagò per tutta la camera.
    
    «Ti ho detto di sparire dalla mia vita! Sono un mostro! So solo farti del male, perché non lo capisci?». Si accasciò di nuovo per terra, carponi. A quella vista di profonda disperazione, le lacrime mi pervasero il viso.
    
    «Danilo, io…» tentai di dire.
    
    «Federico, ti scongiuro… Vattene via!». Urlò quelle parole con una violenza inaudita, mentre le vene sul collo arrossato sembrarono sul punto di esplodere. Il grido mi investii in pieno, colpendomi allo stomaco come se qualcuno mi avesse assestato un pugno, al punto che cominciai ad indietreggiare. Afferrai il trolley e varcai la soglia, chiudendomi la porta alle spalle, sotto choc.
    
    Dall’altra parte della porta, sentii Danilo piangere e urlare tutto il suo dolore. 
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