1. Danilo e federico - parte i: cicatrici (12)


    Data: 13/10/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: vgvg91, Fonte: Annunci69

    ... persone.
    
    Presi posto in una delle ultime file, facendomi piccolo piccolo per non dare nell’occhio, e attesi pazientemente il suo turno. Le orazioni si susseguirono piuttosto rapidamente, ma il loro contenuto mi annoiò nel giro di pochi minuti. Sbadigliai vistosamente, mentre una signora seduta accanto a me mi guardò con la coda dell’occhio, profondamente sdegnata: soffocai una risata.
    
    Trascorsa un’oretta abbondante, vidi Danilo salire finalmente sul podio e salutare l’uditorio con formalità. Mi riscossi dal torpore, poi mi posizionai ben eretto sulla sedia, quando notai che con gli occhi l’uomo percorreva la sala. Poi posò gli occhi su di me e mi intravide: sorrisi.
    
    «Ehm…» fece lui, in difficoltà, ma si riprese immediatamente. Potevo giurare di averlo visto abbozzare un sorriso compiaciuto.
    
    «Ci sai davvero fare con le parole!» esclamai, mentre eravamo in macchina, di ritorno verso Milano.
    
    «Non era necessario che venissi, ma ti ringrazio. Ho apprezzato molto».
    
    «È stato l’unico discorso che ho seguito da cima a fondo».
    
    Danilo rise: «Allora potrei interrogarti, per verificare che tu abbia ascoltato con attenzione».
    
    «Il professore qui sono io» gli ricordai, ironicamente.
    
    «Perfetto, avrei giusto bisogno di un ripasso. Che ne dici di passare la notte da me, stasera?» mi propose.
    
    «Con piacere. Devo assicurarmi che tu non abbia delle lacune».
    
    «Il mio compito è riempire le tue, di lacune» rispose, marcando l’ultima frase con particolare enfasi. ...
    ... Divenni di fuoco e borbottai: «Hai ragione».
    
    Il viaggio trascorse tranquillamente. Danilo mi chiese quali lezioni dovessi tenere nei giorni successivi e il suo interesse mi procurò un moto di gratitudine. Mi ascoltava, senza parlare, ma ebbi l’impressione che fosse interessato dai miei discorsi. Avevo il vizio di parlare a raffica e diventare particolarmente prolisso, se si trattava di un argomento che mi piaceva. Terminata la mia orazione, calò il silenzio. Danilo accese la radio, che ci fece compagnia lungo il tragitto. Senonché, alle porte di Milano, il cellulare di Danilo squillò nuovamente. Levai lo sguardo dal registro elettronico che stavo consultando e lessi sul display per la seconda volta quel nome: “Serena”. Danilo si apprestò a rifiutare la chiamata, piuttosto impaziente. Stavolta, non riuscii a trattenermi.
    
    «Chi è?».
    
    «N-nulla di importante. Non preoccuparti».
    
    «Se lo dici tu…» conclusi, turbato da quella reazione. L’aria si fece più pesante.
    
    Varcammo l’ingresso del palazzo. Danilo non aveva più proferito parola: si limitava a camminare con lo sguardo fisso davanti a sé. Ebbi l’impressione che fosse assorto profondamente nei suoi pensieri, e ne ricevetti la conferma quando una voce lo chiamò: «Danilo! Sei tornato, allora».
    
    Un signore di mezza età lo guardava dal gabbiotto accanto all’ingresso, con un largo sorriso. Danilo scosse la testa, dando segno di essere ritornato nel mondo reale, poi si voltò verso la fonte della voce.
    
    «Ciao, Guido. Tutto a ...
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