Danilo e federico - parte i: cicatrici (12)
Data: 13/10/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: vgvg91, Fonte: Annunci69
... posto?».
«Sì, non ci sono stati problemi» fece il signore amabilmente, poi volse lo sguardo su di me.
«Oh, certo. Lui è Federico…» rispose Danilo, esitando.
«Piacere di conoscerla» mi affrettai a dire, imbarazzato.
Il custode sghignazzò: «Non è la prima volta che vieni qui, vero ragazzo?».
«A dire il vero, sono stato qui un paio di volte» confermai con un cenno del capo.
«L’ultima volta ti ho visto passare come una belva davanti al gabbiotto, ma non ho fatto nemmeno in tempo a chiederti chi fossi. Poi, se non erro ti ho visto scendere due giorni dopo. Non ti ho detto nulla, perché ho capito subito che fossi un bravo ragazzo e non un delinquente» disse, ridendo. Dal canto mio, avvampai e rimasi in silenzio.
«Non ne ha proprio l’aspetto, Guido. Ora dobbiamo proprio andare. Buonanotte» replicò Danilo, interrompendo quella imbarazzante conversazione.
«Buonanotte a voi, ragazzi. Divertitevi!».
Mi allontanai con gli occhi sbarrati, mentre Danilo al mio fianco riprese a camminare velocemente, senza tradire emozioni.
Una volta entrati nell’appartamento, Danilo mi piantò in asso senza darmi spiegazioni, recandosi in bagno. Lo sentii aprire l’acqua del rubinetto: la mia irrefrenabile curiosità, stimolata dal suo comportamento misterioso, ebbe il sopravvento, quindi mi accostai alla porta e percepii dopo qualche secondo la sua voce, che aveva cercato di camuffare con lo scorrere dell’acqua.
«Ti ho già detto che ero impegnato in questi giorni… Sì, sì lo ...
... so. Verrò non appena mi sarà possibile». Quell’atteggiamento bizzarro mi suscitò ulteriori domande: sembrava volesse nascondermi qualcosa. Perso nei miei pensieri, non mi resi nemmeno conto che Danilo aveva chiuso il rubinetto, interrompendo lo scrosciare dell’acqua nel lavabo. Spalancò la porta e mi trovò lì, immobile come una statua di sale. La sua fronte si corrugò.
«Stavi origliando?». Sarebbe stato inutile mentire.
«Sì, scusami…».
Danilo mi scostò con il braccio. «Odio queste cose. Non farlo mai più».
«È che non mi dici mai nulla. Sono mortificato, davvero».
Sospirò profondamente, mantenendosi però visibilmente teso: «Va bene, Fede, ma fidati di me. Quando sarò pronto, te ne parlerò».
Annuii e desistetti: per ora, mi accontentai della sua parola. «Dai, mi faccio perdonare. Hai detto che ho molte lacune da colmare, no?».
«Già» fece lui, mentre gli occhi gli brillarono maliziosamente. Lo presi per mano e lo condussi in soggiorno. L’uomo torreggiava su di me, con la sua imponenza fisica. Tremai dall’eccitazione e cominciai a sbottonargli la camicia, mentre Danilo, più rilassato, apprezzò il trattamento che gli stavo riservando. Affondai le mani sul suo petto caldo: Danilo mi prese il volto fra le mani e mi scoccò un bacio.
Lo feci voltare e gli sfilai la camicia, poi percorsi con le mani le spalle, scendendo lungo la schiena. Gli diedi un paio di baci, gustando il sapore della sua pelle. Poi le mie labbra toccarono una piccola increspatura che andava ...