Danilo e federico - parte i: cicatrici (12)
Data: 13/10/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: vgvg91, Fonte: Annunci69
... a interrompere la perfetta trama della sua pelle in un punto preciso. Aprii gli occhi e osservai con attenzione il punto: si trattava di un cerchio dal diametro poco esteso, in cui la pelle era leggermente raggrinzita e di colore marcatamente diverso dal resto. Lo sfiorai con le dita: la memoria tattile mi ricordò di averlo già percepito durante i nostri amplessi, ma non l’avevo mai visto direttamente.
«Cos’è questo?» gli chiesi.
Danilo si irrigidì di colpo, ma non si girò. Avvertii i suoi muscoli contrarsi nel medesimo momento.
«Nulla» disse. La sua voce era fredda, tagliente. Mi accigliai e insistetti, noncurante della sua reazione.
«Sembra una sorta di cicatrice» notai, percorrendone il diametro con l’indice.
«Ti ho detto che non è niente» disse lui, ringhiando. Si voltò: il viso era in fiamme e l’espressione ancor più corrucciata di prima.
«D’accordo, calmati. Ho fatto una semplice domanda» mi difesi, alzando le mani.
«Non ho più voglia». Il suo volto si rabbuiò. Danilo si allontanò e prese a infilarsi la camicia. «Se vuoi tornare a casa tua, fai pure» disse, procedendo verso il corridoio.
Rimasi di sasso: l’idillio vissuto nei giorni precedenti si stava inesorabilmente sgretolando davanti ai miei occhi. Il repentino cambio di umore di Danilo cominciava a turbarmi seriamente, poiché non riuscivo a coglierne il motivo.
«Spero che tu stia scherzando!» replicai, alzando la voce. L’uomo si arrestò.
«No, per niente». La sua voce tremava, era ...
... visibilmente scosso ma non riuscivo a capacitarmi di quella reazione esagerata.
«Non posso nemmeno farti una semplice domanda e tu reagisci in questo modo. Sei assurdo!».
«Federico, ti avverto… basta così». Le sue mani si strinsero a pugno, le nocche si fecero bianche.
«No, finiscila tu! Stai avendo una reazione esagerata per una cicatrice del cazzo! Come posso…».
Non terminai mai la frase: in un balzo, Danilo si avventò su di me, il volto contorto in una espressione di incontrollabile ira. Mi afferrò dai polsi, stringendoli violentemente.
«Ho detto BASTA!». Poi mi spinse, con tutte le sue forze.
A malapena ebbi coscienza di finire catapultato all’indietro, finché il mio corpo non incontrò il muro. La mia testa sbatté violentemente contro la parete: sentii un dolore sordo e mi accasciai a terra. La vista si annebbiò, respiravo a fatica, mentre il dolore alla testa si fece insopportabile. Tentai di sollevare la mano, ma tutto intorno a me girava vorticosamente: potevo sentire il cuore accelerare il proprio battito all’impazzata e le palpebre battere freneticamente, provando a dissipare il velo che si era formato davanti.
«No… no, no, no…» sentii dire Danilo, ripetendo ossessivamente quella parola. Con la vista offuscata, lo vidi avvicinarsi a me e accovacciarsi. Mi prese il viso tra le mani, ma ero ancora troppo stordito per mettere a fuoco, così gli restituii uno sguardo vacuo e disorientato. A quella visione, Danilo allentò la presa su di me e piombò a ...